hideout

cultura dell'immagine e della parola

All’assalto del reale, con troppa fretta

All'assalto del reale, con troppa fretta

Chi è Cetto La Qualunque? Otto anni fa, il genio satirico di Antonio Albanese ha partorito questo personaggio, una caricatura estrema del politico-tipo figlio della seconda Repubblica, privo anche solo del concetto di ideale, pronto a rastrellare il Sud a caccia di voti a furia di colate di cemento e assatanato di “pilu”, cioè di donnine. I suoi riprovevoli comizi fanno ridere (e ancora peggio, riflettere) un certo pubblico italiano, quello di RaiTre, avendo raggiunto quest’anno forse un picco nell’ultimo monologo pronunciato durante il fortunatissimo Vieni via con me di Fazio&Saviano, in cui ha condensato la sua orribile filosofia concludendo con un raggelante, e incontestabile, “io sono la verità, voi la fiction”.

Ma ahimè le riprese di quello che sembra un istant-movie pronto a catturare i malumori del momento storico, iniziate a giugno, erano ormai concluse, poco prima che il personaggio avesse già sviscerato tutto il suo irresistibile potenziale (sfido chiunque a non dire “poiemente” invece di poi, dopo averlo sentito parlare). Cosa è La Qualunque ai nostri occhi, oggi che una “buddanazza” minorenne racconta per telefono dei suoi festini insieme ai vecchiacci ai vertici del nostro risibile Stato? I rapaci della Fandango ci hanno provato in tutti i modi, a fare di Cetto la bandiera di quello che stiamo vivendo: finti veri manifesti e gazebo elettorali nelle città d’Italia, gadget, pubblicità virale a destra e a manca, utile solo a chi non era già affezionato, nonostante tutto, all’indecoroso soggetto. Ma hanno peccato d’umiltà: il nostro La Qualunque, se davvero voleva ispirarsi ai nostri giorni, doveva puntare più in alto, rispetto alla semplice presa di un paesino calabrese, su cui aveva già esteso le sue avide mani (solo chi ha trascorso diverse estati in Calabria può recepire la veridicità di un lido che si chiama Paradais, della raccolta fondi per la festa di san Rocco e della “pesca con le bombe”…) Quanto mai può scandalizzarci o farci sorridere un match televisivo orchestrato a suo favore in un modesto studio di una tv locale, quando nella realtà abbiamo schieramenti inimmaginabili di reti e giornali per pilotare il consenso politico?

Nell’ansia di non lasciarsi sfuggire il momento, è stato trascurato un lavoro di sceneggiatura che sicuramente avrebbe supportato meglio un personaggio che è fortissimo di per sé (anche considerato il resto del cast arruolato che non era per nulla da meno) ma che non può reggere un film a suon di ripetizioni. Un’occasione mancata, lanciata frettolosamente all’inseguimento degli incassi record delle commedie italiane di questa stagione, nonostante un personaggio che di certo non aveva bisogno dell’effetto Zalone per convincere il pubblico, anche quello un po’ più esigente.

Curiosità
La canzone Qualunquemente (onda calabra), in coda al film, cantata da Albanese nei panni di Cetto, è una cover del brano Onda calabra di Peppe Voltarelli e del gruppo calabrese Il parto delle nuvole pesanti.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»