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Il senso forte

Il senso forte

È successo non moltissimo tempo che un pugno di operaie, scioperando in maniera non violenta, abbia lottato per un diritto inalienabile e che lo abbia persino ottenuto. Nemmeno cinquant’anni addietro una protesta civile, intrapresa da 187 operaie di un’Industria con la I maiuscola, la Ford, ha portato a un avanzamento sociale e civile. Non è fantascienza, è il nostro passato più recente, quello raccontato nel raffinato squarcio dal sapore puramente british che è We Want Sex di Nigel Cole.

Il regista de L’erba di Grace non rinuncia di certo ai suoi bizzarri quanto arguti personaggi femminili, ma stavolta li inscrive in un contesto reale che è più efficace di una pagina di storia contemporanea. Stravolte per il calore, le cucitrici della Ford non si vergognano di mostrarsi in reggiseno davanti al loro inerme delegato sindacale (un ottimo Bob Hoskins), ma in questo caso la rivoluzione sessuale non c’entra. Le umili donne della provincia inglese, ognuna con le sue aspirazioni e situazioni sentimentali più o meno private, riscoprono il proprio valore impugnando la causa della “sex equality”, che solo per equivoco diviene semplicemente “sex” nello striscione esibito fuori al Parlamento, rendendole involontariamente messaggere di un verbo che sta lì per diffondersi. E Rita, la loro leader, diventa un’eroina per caso, permettendosi il lusso, allora ancora impensabile, di trascurare la famiglia (e cioè un marito totalmente inetto). Sarà proprio lei a incarnare anche il confronto di classe, nel suo rapportarsi all’elegantissima moglie di un alto dipendente della Ford: tra le due scatta, non immediatamente, una complicità tutta femminile, nel riconoscersi entrambe come vittime di un ordinamento sociale vetusto e prossimo ad un doveroso crollo.

Un altro personaggio femminile che racchiude un’intera epoca di modernità è quello della deputata Barbara Castle, affidato ad una sempre perfetta Miranda Richardson, che aiuterà le donne promuovendo la legge sulla Parità di Retribuzione. Un ironico e per nulla retorico ritratto di un periodo, che assurdamente sembra impossibile da immaginare ai nostri tempi. Un momento di idealismo esplosivo, contenuto nei canoni bilanciati della british comedy.

Curiosità
Il film è stato presentato fuori concorso allo scorso Festival del Cinema di Roma: alla proiezione hanno assistito alcune delle vere operaie che impugnarono la lotta. Nei titoli di coda compaiono vere fotografie dell’epoca.

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