hideout

cultura dell'immagine e della parola

I film di Roma 2010
La scuola è finita

La scuola è sfinita, sarebbe da dire in questi tempi di tagli e manifestazioni. Il film presentato ieri al Festival del Cinema di Roma parla di chi nella scuola lavora e della generazione che si sta vedendo distruggere la possibilità di un’istruzione dignitosa.

Valerio Jalongo, laureatosi in filosofia a Roma, viene da una lunga esperienza all’estero, tra la scuola Gaumont e quella della University of South California. Si dimostra qui un regista bravo nel cogliere le sfumature delle atmosfere più intime,e in particolare quelle legate alla musica: nello studio insonorizzato dove il professore chitarrista Aldo incontra lo scapestrato alunno Alex Donadei, ma anche nel concerto su di un palco improvvisato, che coglie dal tetto di una scuola un panorama desolante di Roma. È stata la musica infatti ad ispirare il regista, che a un concerto di amici insegnanti (che suonavano e cantavano proprio come nel film con i loro studenti) ha sviluppato la sua idea per La scuola è finita. La tematica d’altra parte è da prima pagina. Professori ed alunni tutti sulla stessa traballante barca nel mezzo della tempesta.

Un film dunque significativo anche se non eccezionale come un altro presentato oggi, però fuori concorso. Si tratta di Animal Kingdom, esordio nel lungometraggio dell’australiano David Michôd. Un’opera fantastica e tremenda allo stesso tempo, che tra l’altro ha già vinto il Sundance Film Festival 2010. Anche qui si parla di degrado, ma il set è quello della periferia di Melbourne, abitata da individui disumanizzati, tanto appunto da essere considerati predatori e prede in una giungla di animali. Joshua, il protagonista, è un giovane esordiente (James Frencheville)che incarna con riservatezza il suo ruolo di innocent, che si ritrova improvvisamente catapultato in questa “bush” (vocabolo australiano per foresta) di criminali, che è poi la sua famiglia. La matriarca che tiene le redini (e che pare essere candidata come non protagonista ai prossimi Oscar) è una meravigliosa e sinistra Jackie Weaver.

Degrado sociale allo sfondo di entrambi questi film, dove c’è chi dovrà soccombere. Se la situazione della scuola italiana, fatta di spaccio e porte sfondate, è una scenografia più apocalittica del film di Michôd, più dura e inaffondabile è la legge della giungla criminale. Nel film il poliziotto spiega al giovane protagonista che cos’è il “bush”: una foresta dove gli alberi stanno lì da sempre, mentre tanti insetti incazzati moriranno prima della fine di questo minuto.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»