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The Big Bang
Theory

Esultano se riescono ad accendere una luce in salotto facendo rimbalzare nello spazio un segnale spedito dalla camera a fianco. Si immedesimano come nessun altro nei loro personaggi di Dungeons & Dragons. Si ammutoliscono se devono parlare con una ragazza. Esprimono le loro doti musicali attraverso Guitar Hero. Discutono se sia possibile per Superman afferrare al volo una donna che precipita da un grattacielo senza spezzarla in due per l’urto dovuto alla forza gravitazionale e ai propri muscoli d’acciaio. Sono loro i (super)eroi della serie tv Big Bang Theory: Sheldon, Leonard, Howard e Raj, un poker di nerd all’ennesima potenza.

Giunta ormai alla quarta stagione, e finalmente trasmessa in Italia anche “in chiaro” (su Italia 1), TBBT racconta le giornate di quattro ragazzi dal quoziente intellettivo ben al di sopra della norma che lavorano al California Institute of Technology. Il loro “circolo chiuso” viene stravolto dall’arrivo della nuova vicina di casa, una biondina arrivata sulla west coast con il sogno di diventare attrice e finita invece a fare la cameriera alla fabbrica del Cheesecake. La ragazza che incarna lo stereotipo della svampita si intromette nel loro mondo contaminandolo. Emerge così l’incapacità di relazionarsi e di comunicare. La reciproca influenza finisce col mandare tutti in un cortocircuito evolutivo. Si scopre che esistono passioni, sogni e interessi che verrebbero altrimenti tenuti nascosti. Così, da grandi “poteri” derivano grandi risate: dimenticate Enrico Papi, le sue pupe e i suoi secchioni. La serie creata da Chuck Lorre e Bill Prady è un sapiente susseguirsi di intelligenti battute divertenti. Nelle puntate da 20 minuti ciascuna si fondono sostanzialmente Friends e La rivincita dei nerd. Viene mostrato in tal modo come si confrontano il mondo maschile e quello femminile, come interagiscono menti considerate geniali e quelle (apparentemente) più “stupide”, finendo per evidenziare tutti i limiti e i pregi dell’una e dell’altra realtà.

Gli effetti a lungo termine di questa situazione iniziano a riflettersi sul comportamento dei protagonisti: la chee(secake)rleader prende a citare Yoda e Star Trek, gli imbranati iniziano ad andare alle feste, superano le proprie fobie e persino per chi si pensava fosse possibile solo una riproduzione per meiosi appare una ragazza. La sorpresa finale della terza stagione è stata proprio questa, e il principale interrogativo dei fan riguarda lo sviluppo del nuovo filone che, probabilmente, porterà il personaggio di Sheldon (che è valso al suo interprete Jim Parsons un Emmy Award 2010 come miglior attore) ad assumere un ruolo ancor più centrale nella serie. Una scelta che pare allinearsi alle schiere di affezionati che fanno gruppo sulla rete dal grido di “Bazinga”. Il rischio è che si snaturi un po’ la sua identità di convinto anaffettivo abituato a rifuggire i contatti sociali, trasformandolo in una semplice macchietta in stile Mr. Bean. Quello che accadde, per esempio al Ross di Friends, nella versione psicotica: un gioco che ha divertito per un periodo breve e poi ha finito col risultare esagerato.

La speranza è che si mantengano gli alti standard cui ha abituato la squadra di Chuck Lorre. Il gruppo ha già firmato un contratto che stabilisce i compensi fino alla settima stagione, quindi – salvo sorprese – dovrebbero continuare a sfornare episodi ancora a lungo. Ciò che rassicura in questo verso è anche l’importanza data dagli sceneggiatori al linguaggio che mischia discussioni piene di termini scientifici al vocabolario dei giovani (con la solita conseguente diatriba legata al doppiaggio italiano). Basti pensare che c’è un professore di fisica e astronomia dell’Università della California che supervisiona dialoghi, equazioni matematiche e diagrammi. Il valore aggiunto deriva inoltre dalle numerosissime citazioni e dai riferimenti all’immenso mondo dell’immaginario creato da film, libri e fumetti: Batman si alterna così per esempio alla Teoria delle Stringhe e Frodo alle complicate equazioni da risolvere scritte su una lavagna in cucina. [img4]The Big Bang Theory è il programma che piacerebbe vedere ai protagonisti di Big Bang Theory. E non solo a loro. Anche a noi.

P.S. Evidentemente la serie è piaciuta anche in Bielorussia, dove hanno provato a “clonare” la serie producendone una copia chiamata The Theorists, plagio scoperto dallo stesso Chuck Lorre e denunciato al termine di una puntata della propria serie.

P.P.S. Johnny Galecki, l’attore che interpreta Leonard (il nerd che si innamora della bionda) ha avuto realmente una storia di due anni con Kaley Cuoco, l’interprete di Penny.

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