Venezia, i film:
Venus Noire
Lo scandalo annunciato di Venus Noire, del regista tunisino Abdellatif Kechiche, si conferma tale dopo le prime proiezioni stampa di ieri e in attesa di quella del pubblico di stasera. La vera storia di Saartjie “Sarah” Baartman, più nota come la “Venere ottentotta”, e della sua vita di soprusi e umiliazioni avvenuta tra il 1789 e il 1815).
Nata in Sudafrica, a Città del Capo, Saartjie, persi entrambi i genitori, inizia a lavorare come schiava per una famiglia olandese, i Cezar. Il fratello del proprietario, Hendrick, decide, ingannandola, di portarla in Inghilterra come fenomeno da baraccone, esibita in maniera inumana nel famoso Freak Show di Londra.Umiliazioni di ogni tipo, maltrattamenti, impossibilita a ribellarsi, Saartjie, viene poi portata a Parigi, dove il suo destino rimane quello di “oggetto del desiderio” (per voyeuristi), di perversione (per i clienti che abusano di lei, tra bordello e strada) e di studio (per il Museo di Scienza che la analizza centimetro per centimetro). La morte, sopraggiunta a soli 25 anni, dovuta probabilmente per vaiolo, non placa l’inferno di tutta una vita: mutilata nelle parti genitali, cervello e scheletro, sarà nuovamente analizzata da studiosi e scienziati che continueranno ad abusarne i resti.
Un film shock, sicuramente uno dei più forti degli ultimi anni visti alla Mostra, anche pensando che la storia è realmente accaduta, che lascia sbigottiti, anche per come sia stato possibile girarlo. Dopo anni di battaglie la Francia ha finalmente restituito i resti della Baartman al Sudafrica che l’ha accolta in patria come simbolo, diventata icona contro il razzismo e a favore dei diritti umani. Kechiche ricostruisce il personaggio in maniera cruda, ma lucida, chiamando per impersonarla Yahaima Torrès, attrice non professionista incontrata nel 2005, qui straordinaria per fisicità e interpretazione. Dopo Tutta colpa di Voltaire (nel 2000 vinse il Premio Luigi De Laurentis per la miglior opera prima) e Cous cous, film – rivelazione alla Mostra nel 2007, dove conquistò il Premio Speciale della Giuria, Venezia riabbraccia (seppur con riserva) uno dei “suoi” autori” più scomodi e acclamati. Se non entrerà nei favoriti per il Leone, per la Coppa Volpi femminile non ci dovrebbero essere dubbi (Portman e Deneuve permettendo).
A cura di Andrea Giordano
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