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Il Lido a Milano: Pregiudizio n.7

Francesca Inaudi in Noi credevamoIn questa rubrica vengono raccolti i pregiudizi sui film di Venezia, che vengono criticati prima di essere visti. Il giorno successivo il voto del pregiudizio viene confrontato con la media dei voti degli inviati di Hideout che effettivamente hanno visto il film e al termine della Mostra, dopo l’annuncio dei vincitori, si saprà la verità: ha avuto ragione la previsione o la postvisione?

Iniziamo dal film di ieri: ecco i voti a confronto.

Essential Killing
Pregiudizio: 6
Postgiudizio: 7.5

Passiamo ora ai film di oggi:

Promises Written in Water
Quando uscì Buffalo ’66, ed era ancora il millennio scorso, Vincent Gallo mi sembrava un tipo interessante, con delle cose da dire e la capacità di rappresentarle. Purtroppo il Millennium Bug sembra aver colpito solo lui, trasformandolo in un iperrepubblicano capace di sfornare una cosa inguardabile come The Brown Bunny. Ora torna con un film misterioso, di cui non ha voluto far trapelare alcuna informazione. Non ci resta che non guardarlo.
Voto: 4

Noi credevamo
Diciamolo, 204 minuti per un film sono davvero un po’ tanti. In questa durata che, diciamolo, un po’ fa pensare alla fiction per la tv, Mario Martone ci racconta quattro storie collegate al processo risorgimentale dell’Unità d’Italia. Un grande cast per il cinema italiano (Servillo, Lo Cascio, Inaudi, ecc), ma una maggiore sintesi e originalità avrebbe giovato.
Voto: 5.5

Balada triste de trompeta
Alex de la Iglesia è uno dei registi spagnoli più originali degli ultimi anni e già vederlo a Venezia è una bella sorpresa. Il suo film non piacerà a tutti, ma è un viaggio visionario assolutamente sorprendente, ambientato nella Spagna franchista e straordinariamente ricco di amore e violenza. Piace a noi, piacerà a Tarantino.
Voto: 8

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