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Il Lido a Milano: Pregiudizio n.2

Freida Pinto in MiralIn questa rubrica vengono raccolti i pregiudizi sui film di Venezia, che vengono criticati prima di essere visti. Il giorno successivo il voto del pregiudizio viene confrontato con la media dei voti degli inviati di Hideout che effettivamente hanno visto il film e al termine della Mostra, dopo l’annuncio dei vincitori, si saprà la verità: ha avuto ragione la previsione o la postvisione?

Iniziamo dal film di ieri: ecco i voti a confronto.

Black Swan
Pregiudizio: 7.5
Postgiudizio: 7.0

Passiamo ora ai film di oggi:

La pecora nera
Ascanio Celestini è uno dei più originali autori teatrali in Italia. Aver recitato in Mio fratello è figlio unico gli deve aver aperto le porte del mondo del cinema, ma in realtà il passaggio dal teatro di narrazione alla settima arte non è così immediato. La forza del suo La pecora nera, che prima di approdare a Venezia è stato un romanzo e un testo teatrale, si perde un po’ al cinema. È un peccato perché sarebbe un’interessante analisi dell’istituzione del manicomio. Ma Pasolini era un’altra cosa.
Voto: 5.5

Miral
Come Celestini, anche Julian Schnabel è passato da un’arte all’altra, ma il suo approdo al cinema dalla pittura ha già prodotto tre ottimi film, tra cui il bellissimo Lo scafandro e la farfalla. Miral è quindi molto atteso, anche perché trasposizione del romanzo di Rula Jebreal, l’ex giornalista di La7 ora compagna di Schnabel. Il racconto della vita di una ragazza mandata a Gerusalemme in un orfanotrofio dal padre, e combattuta tra l’amore, il desiderio di pace e l’attivismo politico riesce a essere al tempo stesso convincente, commovente e a mantenere un grande rigore formale. Tra i favoriti per il Leone d’Oro.
Voto: 8

Norvegian Wood
Amori impossibili, istituti psichiatrici, rivolte universitarie e canzoni dei Beatles. C’è davvero un po’ di tutto in questo film di Tran Anh Hung (Leone d’Oro nel 1995 per Cyclo). Una storia d’amore raccontata in un modo assolutamente originale e quasi bizzarro, tratta da un caso letterario giapponese. Una piccola sorpresa che si può amare oppure odiare, ma che di sicuro non lascia indifferenti.
Voto: 7

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