L’idea di mettere insieme nazisti e zombie non è certo nuova: gli appassionati del genere ricorderanno sicuramente L’occhio nel triangolo (Ken Wiederhorn,1977), Oasis of the Zombies (Jesus Franco, 1981), il più recente Outpost (Steve Barker, 2008) o l’attesissimo e ancora inconcluso Worst Case Scenario (Richard Raaphorst). Sorprende quindi l’aura di culto che si è creata attorno a questo Dead Snow, che rimane un discreto prodotto horror, ma non certo quel fenomeno che ha sconvolto il pubblico americano del Sundance, grazie anche a un’azzeccata campagna di locandine e trailer.

Dead Snow è un film sostanzialmente diviso in due parti. Nella prima pare un classico slasher, che non si fa mancare nulla degli stereotipi del genere, dal gruppo di bei ragazzi che si ritrova in una casa dispersa nella natura, al vecchio saggio che racconta la storia di un’antica maledizione. Nella seconda diventa uno splatter, con le armate di zombie squartati a destra e a manca. Nel complesso riesce a funzionare soprattutto grazie alle grandi dose di ironia con cui cita moltissimo cinema horror del passato, da Venerdi 13 (Sean S. Cunningham, 1980) a La casa (Sam Raimi, 1981), fino e soprattutto a Splatters (Peter Jackson, 1992). La comicità slapstick di Jackson è mescolata a qualche traccia di humor più inglese (in stile L’alba del morti dementi – Edgar Wright, 2004), ma in generale risulta meno incisiva. Non mancano comunque gli episodi decisamente ben riusciti, come l’improbabile scena in cui il protagonista cade da un fiordo ma si salva aggrappandosi all’intestino di uno zombie, o lo scontro finale con falce e martello.

Insomma, se vi togliete dalla testa di trovarvi di fronte un prodotto innovativo e sorprendente, ma vi aspettate una buona comedy horror piena di citazioni, non rimarrete delusi. D’altra parte, il cinema italiano ha sfornato per decenni ottimi prodotti di serie b, e nel nulla di oggi un film come questo, prodotto da noi, sarebbe una manna dal cielo. Invece nei nostri cinema non è nemmeno distribuito. Forse proprio per questo vale la pena di andare a recuperarlo.

Curiosità
Il regista norvegese, Tommy Wirkola, aveva già avuto una certa fama all’estero per il suo film precedente, Kill Buljo, una sorta di parodia comica del tarantiniano Kill Bill.

A cura di Alberto Brumana
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