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cultura dell'immagine e della parola

I vetri della vasca

I vetri della vasca

Andrea Arnold, dopo il successo del 2006 di Red Road, torna trionfante anche nel 2009 sulla Croisette. Fish Tank parla di adolescenza, dei rapporti ambigui che si instaurano a quell’età. Senza cadere nel banale, senza vendersi troppo alla polemica sociale, ritrae con disincanto un quadro piuttosto amaro, eppur con note anche dolci, rappresentate con grande semplicità dalla protagonista, l’esordiente Katie Jarvis, inglese di una bellezza acerba, dall’espressione dura, ma dagli occhi estremamente innocenti.

Buona parte delle riprese sono realizzate in soggettiva o semi-soggettiva, conferendo una visione del mondo circostante che dunque è legata a quella di Mia. La camera a mano segue costantemente gli spostamenti della ragazza tra i sobborghi inglesi dell’Essex, lunghe strade, case basse, tempo sempre torbido nonostante il sole. Vediamo Mia che guarda dall’alto il quartiere, quasi a simboleggiare il suo distacco dal mondo che la circonda. È un’incompresa, una di quelle adolescenti che preferiscono stare da sole. Si rinchiude nel silenzio della musica, dentro una stanza vuota a ballare. È qui che la regista gioca con i riflessi di luce, lo fa spesso, girando attorno agli attori, cambiando colori ogni volta che gira negli interni, luci calde rosse e freddi blu. Le immagini a volte rallentano, seguendo la musica, o dando significato maggiore agli attimi. L’utilizzo della camera a mano, che si muove sobbalzando incerta, ci ricorda Mia e la sua età difficile, periodo oscuro della vita di noi tutti. Senza definizioni o certezze.

La periferia, dipinta con questi tocchi precisi e rivelatori di una realtà a volte piuttosto crudele, e quasi ingiusta, ricorda il neorealismo italiano, di persone costrette a vivere alla giornata, segnate e forse condannate da un infame destino. Certo la realtà di Mia è un’altra, un universo che da un lato si è scelta e dall’altro in cui è nata, fatto di televisioni che ritagliano altri mondi immaginari e forse irraggiungibili. In questo universo fondamentali sono le parti della madre, interpretata da Kierston Wareing (che ha debuttato con Loach in In questo mondo libero) e quella di Connor, affidata a Micheal Fassbender. Entrambi sembrano autentici, in particolare il personaggio Fassbender, che si destreggia tra il ruolo di padre, amico e amante. Fish Tank, che significa letteralmente “vasca di pesci“ ritrae lucidamente il difficile cammino verso l’età adulta di una adolescente, che nella sua vasca dell’Essex, è costretta a nuotare guardando dai vetri trasparenti un mondo che probabilmente non le apparterrà mai.

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