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cultura dell'immagine e della parola

Milano 2015
Trasmette Letizia

A causa del disservizio fornitomi da Sky ho disdetto l’abbonamento, trovandomi così alle prese con le dubbie gioie del digitale terrestre. A causa del disservizio fornitomi dall’antennista, prendo solo una manciata di canali. Canali ormai tanto inguardabili che mi riduco a seguire così, tanto per vedere, lo sconosciuto Milano 2015. Partenza col botto: i giornalisti sono in un campo nomadi, solita tiritera, zingari che accusano i musulmani, telecamera che inquadra una Playstation che non dovrebbe stare lì, rottami, vitelli (?), eccetera. A fine servizio, si scopre che l’auto della troupe è stata scassinata. Esilarante, anche se il dubbio che ci sia lo zampino del regista mi attanaglia. Poi, risintonizzandomi in orari vari, vedo la Moratti che naviga sul Naviglio – seguita dal giornalista Roberto Poletti – mentre saluta il popolo a mo’ di dogaressa, magnificando la cintura verde piantumata durante il suo mandato. E vabbe’, mi sarà sfuggito qualche albero.

Altro servizio: la Letizia, sulla 90 (la “linea della paura”, ovvero uno dei bus più affollati di Milano), mette in evidenza come lei ami mischiarsi alla folla, fare improvvisate sui mezzi pubblici, dimostrando che sono tutti belli, puliti, efficienti e profumati. Una 90, tra l’altro, piuttosto vuota, il che mi fa presumere che non fosse esattamente l’orario di punta. Ed ecco il colpo di scena: si avvicina una suora, le dice che prega per lei da quando è stata eletta, le parla dei problemi dei figli di genitori separati (ignorando forse che il marito della sua interlocutrice è a sua volta divorziato da Lina Sotis, dalla quale ha avuto due figli). Una Moratti quasi alle lacrime chiede alla religiosa il suo numero di telefono: 02.6671… non l’hanno bippato! Alla prossima replica me lo segno. Scesa dall’autobus, la sindaca si intrattiene con una donna che blocca l’auto in mezzo alla strada, paralizzando il traffico: la popolana vuole fare una foto con lei. Dopo lo scatto, dà nome e indirizzo a cui inviare il tutto, e nemmeno questo viene bippato, alla faccia della privacy.

Insomma, questo Milano 2015 mi incuriosisce, anche perché mai l’avevo sentito nominare. Decido allora di scoprire chi ci sta dietro. Dopo rapida indagine, vengo a sapere che appartiene proprio al sindaco Moratti, che avrebbe pagato di tasca sua 300.000 euro per affittare le frequenze televisive. Scopro altresì che il Poletti avrebbe preso il posto di Red Ronnie “nella strategia comunicativa del sindaco”. Questo mi provoca uno shock: come, Red Ronnie? Forse non mi sono persa solo la piantumazione degli alberi, dopotutto. Nell’articolo che mi ha illuminata circa la genesi di Milano 2015, poi, si cita il fatto che 2015 rimanda sì all’Expo, ma “Expo” non compare nel logo, essendo di proprietà della società di gestione. Furbini…e nemmeno Palazzo Marino compare mai, essendo l’iniziativa sponsorizzata dalla cittadina Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti. Si insinua, inoltre, che questa sia un’abile mossa promozionale che tornerà utile in campagna elettorale. I soliti malpensanti, i soliti giornalisti di sinistra! In apparenza, effettivamente, si tratta di un canale che dà voce ai milanesi (e le interviste per strada ci sono, per carità), eppure – devo ammetterlo – anche a me fa tanto pensare a un lupo vestito da agnello.

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