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cultura dell'immagine e della parola

Schegge da Cannes
Fermento coreano

Il regista sudcoreano Lee Chang-dong in passerella a CannesAncora un film sudcoreano in concorso, dopo The Housemaid, segno dell’importanza che Cannes da, ormai da qualche anno, a questa cinematografia in fermento. Il film è Poetry di Lee Chang-dong, regista noto agli appassionati orientofili per Peppermint Candy e Oasis passato a Venezia. È la storia di un’anziana donna che vive con il nipote. Una persona borghese, distinta e al contempo appariscente, vestita con abiti colorati a fiori. È una signora piena di iniziative che si iscrive a un corso di poesia. Lo scrivere poesie, e il leggere quelle di poeti affermati, le fa guardare il mondo con uno sguardo quasi infantile, e l’aiuta ad affontare la dura realtà, che affiora dal passato.

Uno splendido ritratto, merito della bravissima attrice sudcoreana Yun Junghee, dove il regista assume un tono più sommesso rispetto a opere precedenti, come Oasis che aveva protagonista una disabile. Un registro “carsico” dove il dramma affiora lentamente e gradualmente e dove emerge la centralità di aspetti invisibili della vita, quali la poesia e l’arte.

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