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Ròd mùvi in salsa lucana

Ròd mùvi in salsa lucana

“La vita è un viaggio troppo breve per non allungarlo”. E allora, sulle orme di illustri antecedenti e di una copiosa letteratura di genere, perché non rivivere il sogno americano in salsa – pardon – sugo lucano, portando in scena paesaggi e itinerari spesso snobbati dal cinema mainstream (Pasolini, Volontè e pochi altri le eccezioni) contaminandoli con la tradizione del teatro-canzone, retroterra ben noto al buon Papaleo? Basilicata Coast To Coast segna l’esordio alla regia dell’attore originario di Lauria con una commedia musicale on dè ròd, o meglio lungo sterrate stradine che, da un paesino all’altro, tra un bivacco improvvisato e una sagra di paese, condurranno il complessino dalla costa tirrenica a quella jonica, a Scanzano (sede del concorso, nonché meta spirituale di questo pellegrinaggio laico sulle tracce di Carlo Levi).

La combriccola di musicanti, a cui si unisce una giornalista di un piccolo foglio parrocchiale (Giovanna Mezzogiorno, qui in versione bisbetica che verrà domata), come prevedibile incontrerà nel suo percorso un imprevisto dopo l’altro, verrà coinvolta in gag surreali e storie d’amore, tutte necessarie alla catarsi finale in cui l’inaspettato epilogo ha quantomeno il merito di restare in linea con lo spirito della pellicola: a far da collante le musiche originali che a volte il quartetto improvvisa, assieme al contrabbasso di Max Gazzè – per la prima volta sul grande schermo e nei panni di un musicista muto per scelta – piacevole leitmotiv tra le varie scene. Il canovaccio scritto da Papaleo alla fine regge alla prova d’esordio ma mostra un po’ la corda nella seconda parte, quando il ritmo vivace e promettente avventure a go go della prima ora lascia il posto a momenti più riflessivi, in cui il ‘tema’ del viaggio viene un po’ accantonato per lasciar spazio alle reminiscenze dei protagonisti e alle loro implicazioni sentimentali, che condurranno stancamente il quartetto a ricomporsi in prossimità della meta. BCTC vive di alcuni momenti di impareggiabile leggerezza, se non addirittura di ‘eversione’ (basti pensare alla scena in cui la promessa sposa si concede, a mo‘ di addio al nubilato, ai due musicisti contemporaneamente), che fanno sperare che tutti gli esordi cinematografici siano così. Non disprezzabile poi la vena surreale data all’umanità che i nostri incontrano mentre bivaccano fra una tappa e l’altra: l’assalto subito dagli assurdi Briganti, eredi del noto – da quelle parti – Carmine Crocco, ma anche di tanta cinematografia pulp e western, ne è un esempio lampante. Peccato solo per la recitazione di alcuni protagonisti, volutamente ma un po’ troppo sopra le righe e che alla fine rivaluta quella dello stesso Papaleo: pur ispiratore dell’impresa, per il personaggio di Nicola sceglie un profilo più basso, quasi defilato rispetto ai sodali, ritornando solo nei momenti salienti a dispensare le sue perle di saggezza o le fulminanti battute in un dialetto inusuale per il grande schermo.

Il vero merito del film, che parte certo da uno spunto non originalissimo, è quello di non pretendere di insegnarci nulla ma di ‘approfittare’ del tema del viaggio per mostrarci splendidi scorci di panorama, riflettere sull’arte e sulla vita (la musiche da questo punto di vista riempiono i vuoti di dialogo, oltre che le ampie distese che questa regione riserva), su come quattro potenziali falliti si rapportino ad essa senza però mai consegnare una morale già pronta a uso dello spettatore. Il finale anti-consolatorio, che anzi lascia aperte le varie trame, è un punto a favore di questa scampagnata senza tempo, dove l’anacronismo e l’assoluta indifferenza allo scorrere del tempo sono il segreto per godersi la vita, oltre che questo BCTC. Piccolo, onesto, sognante (ma al punto gusto senza risultare melenso) e allo stesso tempo bello ruspante: il primo approccio del prof. Nicola / Rocco Papaleo dietro la macchina da presa va ben oltre la sufficienza e merita attenzione per un’eventuale seconda prova. O anche devozione, come quella richiesta nei titoli di testa: “La Basilicata è come Dio: ci credi o non ci credi”. Lucania, Texas: o da quelle parti là.

Curiosità
Il co-sceneggiatore Valter Lupo ha collaborato già in passato con Rocco Papaleo alla realizzazione e messa in scena di alcuni spettacoli teatrali dell’attore lucano.

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