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Il Festival del Cinema Africano 2010

Una festa in grande stile nel segno del cinema “altro”: si è conclusa con un grande successo di pubblico la ventesima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina terminata domenica 21 marzo a Milano. Sopiti i timori dello scorso anno sulla sopravvivenza della manifestazione, il Festival ha celebrato il ventennale con un’annata particolarmente ricca di film e di eventi, premiata dal pubblico che è accorso numeroso nelle cinque sale coinvolte (Spazio Oberdan, Auditorium San Fedele, Gnomo, Rosetum e Centre Culturel français de Milan), creando anche qualche problema organizzativo in occasione della serata inaugurale, nel corso della quale è stato proiettato in anteprima italiana il film Precious di Lee Daniels.

Ad attirare gli spettatori anche un’intera sezione dedicata al calcio in occasione dei Mondiali 2010 che si terranno in Sudafrica: non solo film e documentari ma anche la mostra fotografica L’Africa nel pallone e un’interessante tavola rotonda impreziosita dalla presenza di Anthony Suze, ex detenuto politico di Robben Island nonché ispiratore del lungometraggio More Than Just a Game. Il folto catalogo dei film in concorso e non è stato arricchito quest’anno da due ulteriori sezioni: una retrospettiva sui primi vent’anni del Festival, con la proiezione dei migliori film premiati negli anni Novanta (tra cui Tilaï di Idrissa Ouédraogo e Pièces d’identités di Mweze Ngangura), e Forget Africa, una serie di film girati nel continente nero da registi non africani, realizzata in collaborazione con l’International Film Festival di Rotterdam. Molti anche gli aperitivi, spettacoli e dibattiti. al Festival Center allestito presso la Casa del Pane.

Venendo ai premi, da sottolineare che ancora una volta il riconoscimento principale è andato a un film asiatico: per il concorso lungometraggi Finestre sul mondo la giuria, presieduta da Inge Feltrinelli e comprendente anche Isabella Ferrari, ha infatti premiato il franco-sudcoreano Une vie toute neuve di Ounie Leconte, che si è anche aggiudicato l’ambito assegno da 15.000 euro assegnato dal main sponsor Eni. Il lungometraggio della Leconte, incentrato sul toccante racconto della vita della piccola Jinhee in un orfanotrofio in Corea, ha fatto davvero l’en plein, conquistandosi anche il premio Città di Milano come film più votato dal pubblico del Festival. Il premio per il miglior film africano è andato a Dowaha della regista tunisina Raja Amari, già presentato a Venezia nella sezione Orizzonti. Raddoppia, invece, il riconoscimento per il miglior documentario: premiati ex aequo Zahra dell’attore e regista palestinese Mohammed Bakri e Un conte des faits di Hichem Ben Ammar (Tunisia). La stessa giuria ha premiato anche Un transport en commun – Saint Louis Blues di Dyana Gaye (Senegal) come miglior cortometraggio africano. Tra i riconoscimenti speciali da segnalare il premio CEM per il miglior cortometraggio assegnato a Négropolitain di Gary Pierre-Victor (Guadalupa). Nel programma del Festival anche una sezione dedicata alla campagna di sensibilizzazione Il razzismo è una brutta storia lanciata da laFeltrinelli: al termine della rassegna è stato premiato il miglior film di questa categoria, l’italo-algerino La trappola di Lemnaouer Ahmine. Come per le scorse edizioni il festival avrà una “coda” in altre città italiane: una selezione dei film in concorso sarà proiettata a Roma, Catania, Trieste, Reggio Emilia, Forlì, Lecco, Ancona, Fano, Oristano e Cagliari.

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