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cultura dell'immagine e della parola

Sei cose impossibili prima di colazione

Bene o male la Walt Disney ha segnato l’infanzia di milioni di bambini e senza dubbio la mia e quella di mio fratello: cartoni animati visti a ripetizione talmente tante volte che avremmo potuto spegnere l’audio e recitare a memoria tutte le battute senza commettere un solo errore. C’erano le cassette dei favoriti: La carica dei 101, Gli aristogatti, La spada nella roccia, che non si sono disintegrate solo perché di ottima fabbricazione. C’erano poi le cassette di quelli che, per un motivo o per l’altro, non sono entrati nei nostri cuori: tra queste, senza dubbio, Alice nel paese delle meraviglie. Come darci torto? Alice era una bambina saccentella, attaccata in maniera irritante a un’ostentata educazione e vagamente sciocca. Per colpa del suo scarso acume si ritrovava in un mondo che, più che meraviglioso, sembrava un inquietante incubo, popolato da bruchi drogati, fiori cattivi e cappellai impazziti per intossicazioni da colla. Non era simpatica ma, nonostante questo, era angosciante il fatto che non riuscisse a riemergere da questo posto folle e privo di punti di riferimento, per tornare nella sicurezza di casa sua.

Dati i presupposti è stata una sorpresa scoprire che l’Alice del libro di Charles Lutwidge Dodgson (alias Lewis Carrol) è profondamente diversa da quella appena descritta. Pur mantenendo alcuni dei suoi irritanti tratti distintivi (non dimentichiamoci che la storia nasce per accontentare il capriccio di una bambina, Alice per l’appunto, a cui Carrol faceva da tutore) la protagonista del romanzo è sì spaventata e disorientata, ma non si perde d’animo e cerca di reagire alle difficoltà che incontra in questo mondo sempre in continuo divenire, in cui in un attimo ci si trova sottosopra (o soprasotto) e ogni volta troppo grandi o troppo piccoli rispetto a quello che si vorrebbe.

Per la precisione Carrol scrive due romanzi: Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie e Dietro lo specchio, che la Walt Disney, come nella maggior parte degli adattamenti cinematografici e teatrali, ha fuso insieme. Rispetto alla produzione Disneyana, adattata per il giovane pubblico, l’opera di Carrol ha più chiavi di lettura, è ricca di spunti di riflessione, di rimandi, di giochi di parole e di allusioni che rendono la lettura interessante a qualsiasi età. Non è detto infatti che uno stregatto o un coniglio col panciotto debbano per forza colpire la fantasia solo dei bambini. Se l’uno rappresenta l’effimero, il desiderio irrealizzabile e l’altro il tempo che scorre, la foga di andare avanti che non permette di vivere l’attimo, ecco che il romanzo acquista la sua forma allegorica, e in maniera leggera e divertente tira delle stilettate alle paranoie della vita quotidiana.

Riappacificati con la piccola Alice ci apprestavamo dunque a riporre il libro al suo posto quando ecco che accadono sei cose impossibili:
1. La Disney offre i suoi sconfinati mezzi alla mente visionaria di Tim Burton che realizza il nuovo film Alice in Wonderland.
2. Non è più possibile distinguere tra originale, adattamento, citazione e nuova invenzione pura: il regista reinventa il paese delle meraviglie, in parte attingendo al vecchio cartone animato, in parte ai romanzi di Carrol, ma soprattutto dando sfogo alla propria, sconfinata, immaginazione. Cambia la storia: Alice non è più una bambina, ha 19 anni, sta per sposarsi, ma il destino vuole che ritorni al fantastico mondo in cui era già stata da bambina, per salvarlo dalla terribile Regina Rossa (già Regina di Cuori) e ritrovare se stessa.
[img4]3. Una giovane attrice australiana, Mia Wasikowska, sa del progetto del film, si filma e invia una cassetta a un direttore di casting, dopo due mesi ottiene un provino con Tim Burton e viene presa per la parte di Alice.
4. L’alchimia del film funziona magicamente a livello visivo, a tal punto che attori in carne ed ossa sembrano cartoon e personaggi in computer graphic sembrano tridimensionalmente reali.
5. Johnny Depp si ritrova Cappellaio (matto converrete che lo era già) e Bonham Carter diventa la temutissima Regina Rossa dall’enorme testa.
6. Vedere il film in 3D è come entrare insieme ad Alice nella tana del bianconiglio e precipitare dietro lo schermo. Come dite? Che è impossibile? Solo se pensate che lo sia.

Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie e Dietro lo specchio, romanzi di Lewis Carroll, 1865-1871
Alice in Wonderland, regia di Tim Burton, 2010

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