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Checco non cade

Checco non cade

Prendiamo un giovane cantante squattrinato (meglio se del Sud), aggiungiamoci la sua voglia di sfondare nel patinato e spietato mondo della musica leggera e condiamo il tutto con qualche esibizione canora e una storia d’amore con la bella e brava ragazza di turno. Immediatamente ci verrà alla memoria uno dei generi cinematografici che ebbe genesi, apogeo e morte negli anni Sessanta: il film musicale italiano, volgarmente chiamato “musicarello”. In quegli anni i cantanti italiani e stranieri più in voga non poterono sfuggire alle lusinghe del grande schermo e il cinema, dal canto suo, non avrebbe mai perso la ghiotta occasione di sfruttare gli idoli musicali dei giovani per ottenere dei buoni incassi con poco dispendio di energie creative e finanziarie.

Le somiglianze tra Cado dalle nubi e quel filone cinematografico sono diverse, così come lo spirito candido nel raccontare una storia semplice e onesta che anima entrambi i prodotti. Luca Medici, in arte Checco Zalone, fa però un ulteriore passo che lo distacca dal musicarello più classico e melenso, andando a toccare tematiche “difficili” con il tono irriverente e sarcastico che ha reso celebre il suo personaggio sul palcoscenico di Zelig. Le canzoni di Checco sono infatti più riletture umoristiche della musica italiana che veri e propri pezzi di bravura o di sentimento, costruite, come sono, su esilaranti giochi di parole ed errori lessicali. Sembra quasi che il film, partendo dai medesimi presupposti e elementi narrativi del musicarello, finisca per diventarne una parodia. In Cado dalle nubi, oltre al fare a pugni con la lingua italiana che ci ha fatto amare Checco fin dalle sue prime apparizioni, il cantante prende in giro, bonariamente, il mondo degli omosessuali, gli stereotipi del nostro Sud, l’intolleranza dei leghisti e altri tra i clichè comici più (ab)usati ma che, chissà perchè, strappano sempre una risata, se trattati con originalità.

La consapevolezza dell’ignoranza del protagonista, da parte dello spettatore, è lo strumento che permette a Checco di essere politicamente scorretto e mantenere intatto, allo stesso tempo, l’affetto del suo pubblico. Un meccanismo comico furbo ma che pare funzionare anche sul grande schermo. Come lo definirà Manolo, fidanzato di suo cugino, “Checco è troglodita ma simpatico”. Il Checco Zelone di Cado dalle nubi supera quindi a pieni voti la prova da attore, anche trasferito dalla televisione al cinema, grazie alla sua freschezza e capacità di raccontare se stesso e il suo mondo in un modo convincente e che, senza avere troppe pretese, diverte.

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