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E Dio creò l’ingiustizia

E Dio creò l’ingiustizia

Si era fatto trentaquattro anni in fabbrica di sedie, trentaquattro anni e cinque mesi di puro orrore. L’orrore di una quotidianità logorante e sempre uguale a se stessa nei suoi aspetti meno umani e più bestiali, quella di una famiglia e di un uomo presi così, alla “brutto dio” (e mai espressione è stata più calzante), nel contesto del profondo Nordest italiano delle fabbriche e dell’abbrutimento, e sbattuti senza orpelli letterari sulla pagina, a disegnare un ritratto impietoso che ha il sapore dell’epica.

Quel che più contribuisce a scolpire sulla pagina uno spaccato d’Italia che fa rabbrividire per la sua attualità segreta non è tanto il versante narrativo quanto quello stilistico. L’esordiente Tonon non esita a usare ogni risorsa della lingua italiana, e passa dal lirismo alla bestemmia, da uno stile alto al triviale, quasi con disprezzo per gli stessi mezzi che gli consentono di esprimersi, come a voler rafforzare fino all’estremo il sentimento che percorre ogni pagina del romanzo: un odio ineliminabile e profondissimo per quel “nemico”, presente in terra e in cielo, che rende possibile ogni giorno l’ingiustizia e il conseguente dolore di vivere. Con periodi infiniti, a tratti estenuanti, Tonon conduce il lettore attraverso la vita di fabbrica, gli infortuni, i fumi dell’alcool e quelli industriali, il degrado umano e sociale che fanno da sfondo a una famiglia italiana sprofondata in una disperazione e in un grigiore che risuonano dalla prima all’ultima pagina come una condanna senza appello. Dolore, dolore, e ancora dolore: struggente e tragico, rabbioso e cosciente. La prima parte è pura rabbia per la condizione della classe operaia del civilizzato ed avanzato Nord-Est, sterile avamposto della Lega Nord, dove ci si ammala, si muore, si piange e si diventa dis-umani. La seconda parte entra nel merito del sentimento e racconta di una coppia incapace di avere figli, sfoderando un piglio ancor più anti-borghese e totalmente privo di morale, crudo fino all’inverosimile.

Un romanzo che prende le distanze da tanta produzione letteraria italiana contemporanea, e lo fa in maniera scomoda ed eccessiva, ragion per cui non è decisamente un libro per tutti i palati: esagerato e blasfemo, a tratti pornografico, Il nemico non cerca compromessi e grida la sua violentissima e disturbante denuncia. Perché l’Orrore bisogna vederlo tutto, e non conosce mezze misure.

L’autore
Emanuele Tonon è nato nel 1970 a Napoli. Vive in provincia di Gorizia. È teologo-operaio. Questo è il suo romanzo d’esordio.

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