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cultura dell'immagine e della parola

Venezia 2009:
trionfa Lebanon

Samuel Maoz con il Leone appena conquistatoÈ una vittoria possiamo dire annunciata, ma più che mai meritata, quella del film israeliano di Samuel Maoz, Lebanon, da giorni indicato come uno dei favoriti per il Leone d’Oro. “Sono onorato e commosso – dice il regista – Volevo che questo film parlasse allo stomaco e che il pubblico sentisse, ma che soprattutto avesse un’esperienza importante. Questo Leone d’Oro mi ripaga di anni di sofferenza”. “È un film speciale – ha detto il Presidente di Giuria Ang Lee – Abbiamo deciso in fretta perché pensavamo che la pellicola meritasse assolutamente il primo più importante.”

Sorprende, ma non più di tanto invece, il Leone d’Argento andato alla regista iraniana Shrin Neshat per il suo Women Without Men. “Sono felice – dice la regista – che sia stato premiato il coraggio delle donne”. Niente da dire e soddisfazione meritata per Fatih Akin, che con Soul Kitchen vince il Premio Speciale della Giuria. “Un film che ci ha colpito – dice Ang Lee – Questo film ha portato leggerezza nel Festival, una pellicola positiva che ci ha toccato tutti. Era giusto che un film del genere, che una commedia soprattutto, ricevesse un premio così prestigioso.” Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile è andata a Colin Firth, per il film di Tom Ford, A Single Man. Ineccepibile la decisione della giuria per una performance straordinaria, che molto probabilmente porterà Firth alla nomination all’Oscar. “La discussione per assegnare questo premio è stata rapidissima – ha detto Ang Lee – C’è stato un consenso unanime, per un’interpretazione stupefacente. Non abbiamo trovato un livello così alto in nessun’altro”. Coppa Volpi alla miglior attrice femminile, qui veramente a sorpresa, è andata a Ksenia Rappoport per La doppia ora, opera prima di Giuseppe Capotondi. Niente da fare per Margherita Buy, bravissima nel film di Francesca Comencini, Lo spazio bianco, o per Sylvie Testud in Lourdes, pellicola totalmente ignorata. Ancora più sorprendente il Premio Marcello Mastroianni come miglior attrice emergente, andato a Jasmine Trinca, per Il grande sogno di Michele Placido. Sorpresa perché la Trinca arriva a questo premio dopo aver girato già con grandi come Moretti e Marco Tullio Giordana., e soprattutto a otto anni esatti dal vero debutto con La meglio gioventù. “Non sento il peso di questo premio – ha commentato la Trinca – semmai la sua dolcezza”.

Dato come favorito per la vittoria finale, Todd Solondz si “accontenta” solo del Premio Osella per la miglior sceneggiatura, andato al suo elaborato (ma molto amato dalla critica) Life During Wartime. Premio Osella per la miglior scenografia è stato assegnato invece a Sylvie Olivè per il film di Jaco Van Dormael, Mr. Nobody. Leone del futuro e premio Venezia – Luigi De Laurentis per la miglior Opera prima è stato attribuito al regista filippino ventiduenne Pepe Diokno, per Engkwentro. Nella sezione Controcampo italiano (rigenerata dopo molti anni da Carlo Lizzani, quest’anno Presidente di Giuria), bel successo per Susanna Nicchiarelli con Cosmonauta (il film uscirà grazie alla Fandango). Menzione speciale (meritata) per Negli occhi, il documentario di Daniele Anzellotti e Francesco Del Grosso su Vittorio Mezzogiorno. “Siamo emozionati e felici di questa menzione” – dicono i registi. Ma ancora più felice Giovanna Mezzogiorno. “Siamo felici – dice l’attrice – Credo che sia stata riconosciuta la sincerità, la pulizia e l’autenticità del nostro film. In un momento di degrado etico, culturale e sociale, penso che si possa guardare alla vita di Vittorio Mezzogiorno come a un esempio di etica e di umiltà, di lotta per la qualità dei sentimenti e del lavoro”.

Sconfitta amara per Giuseppe Tornatore e la sua Baarìa (che però sarà sicuramente candidato italiano ai prossimi Oscar). Sorride invece la BIM, che distribuirà in Italia non solo Lebanon e Soul Kitchen ma anche Women Without Men.

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