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cultura dell'immagine e della parola

Nascondiglio al Lido
Diario, 7° giorno

Si accendono le luci in sala dopo la proiezione di Repo ChickAlex Cox e George Romero sono i due personaggi così vicini e così lontani protagonisti delle ultime ore alla Mostra del Cinema. Entrambi, decenni dopo, riprendono i loro personaggi storici come protagonisti dei loro film. Il primo, cinquantacinque anni da Liverpool, capelli leccati e sguardo da pazzo, presenta Repo Chick, sorta di seguito / omaggio al suo Repo Man (1984). I primi venti minuti sono sbalorditivi per colori sgargianti, immagini pop, personaggi sopra le righe. Poi la meraviglia passa ed estetica e umorismo anni Ottanta diventano pesanti e superati, ma tant’è. Il secondo, sessantanove anni da New York, pochi capelli raccolti in una coda e aria da nonnetto smemorato, presenta Survivor of the Dead, sesto capitolo della sua saga zombesca, in cui i morti viventi ancora una volta sono la metafora della disfatta della nostra società. Non può non colpirti Romero, per me è lui il vero George della Mostra. Sembra svampito, pare vivere in un mondo tutto suo, poi invece lo senti parlare e capisci quanto tenga alle sue creature, quando ami fare cinema, e farlo a modo suo.

Cox non vincerà la sezione Orizzonti e Romero il concorso principale, nemmeno io darei loro questi premi. Ma già il fatto che due registi così anticonvenzionali con due film così di genere siano qui a concorrere alla Mostra, è una buona notizia, anche se arrivata con venti o quarant’anni di ritardo.

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