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Zombie Movie: la storia
2. Creature di Romero

Quando George Andrew Romero nasce, il 4 febbraio del 1940, gli zombie sono solo una leggenda haitiana, rappresentata in film anche di successo (L’isola degli zombies su tutti), ma sicuramente lontana dal fenomeno culturale che il regista americano saprà realizzare.

Che George sarebbe diventato un regista lo sapeva già da piccolo, visto che il suo primo cortometraggio è del 1953, e il titolo (The Man from the Meteor) già fa intendere quale sia il suo genere di riferimento. George adora i fumetti, in particolare fanzine come Tales From The Crypt, e la letteratura fantastica in generale. Dopo una laurea in pittura e scultura, arriva il momento del primo lungometraggio. Girando pubblicità e corti industriali, riesce a mettere insieme la cifra di 112.000 dollari, che basta per realizzare un film che ne incasserà poi più di trenta milioni. Si tratta di La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead). La trama è nota: un gruppo di persone rimane intrappolata in una casa a causa delle masse di morti che sono tornate in vita con il solo scopo di mangiare carne umana. Il film non è un semplice horror, ma può essere letto attraverso diversi gradi di interpretazione, con feroci critiche nei confronti della guerra e delle armi (con gli Usa impegnati nel Vietnam), del razzismo e dell’intera umanità che, dominata dal capitalismo, finisce per cannibalizzare se stessa. Dopo l’uscita, il film viene pesantemente criticato (“junk movie”, spazzatura, lo definisce il New York Times). Il pubblico invece corre in massa a vedere questo piccolo film in bianco e nero, un horror che non contiene strani mostri dai nomi altisonanti, ma solo uomini che sbranano altri uomini. Curiosamente, sulle stampe del film non viene indicato il copyright, quindi oggi il film è di dominio pubblico e può essere visto gratuitamente.

Nei dieci anni successivi, Romero si dedica con successo ad altri horror (There’s Always Vanilla, La stagione della strega, La città verrà distrutta all’alba, Wampyr), ma nel 1978 torna con il secondo capitolo della saga dei morti viventi, conosciuto in Italia con il titolo Zombi (voluto dalla coproduzione di Dario Argento) e nel resto del mondo come Dawn of the Dead. Qui la critica al consumismo è ancora più forte, grazie all’ambientazione in un centro commerciale circondato da morti viventi. Anche in questo caso il successo è enorme: costato poco più di un milione di dollari, ne incassa cinquantacinque.

Tra il secondo e il terzo capitolo passano sette anni e altri due film (I cavalieri – Knightriders e Creepshow). Si tratta di Il giorno degli zombi (Day of the Dead). La produzione, fiutando il successo, offre a Romero un budget molto più alto del solito, chiedendo in cambio un film non vietato ai minori. Il regista rifiuta, ottiene comunque tre milioni di dollari e riesce a incassarne trentaquattro. Il giorno degli zombie sposta la sua feroce critica sociale verso le istituzioni militari dell’America reaganiana. Il film è infatti ambientato in una bunker sotterraneo in cui gli zombie vengono sottoposti a esperimenti per comprenderne la natura. Come in Io solo leggenda, il romanzo di Richard Matheson che ha ispirato tutta la produzione romeriana, si va quindi a rendere più complesso il concetto di mostro. Chi lo è? Lo zombie che per natura si nutre di carne umana o l’uomo stesso?

Con la fine degli anni Ottanta, la produzione di Romero inizia a rallentare, con gli studios di Hollywood che credono meno nei suoi zombie movie. Il regista riesce a girare altri film (Monkey Shines: esperimento nel terrore, Due occhi diabolici, La metà oscura e Bruiser – La vendetta non ha volto), ma non si tratta certamente delle sue opere migliori. Con il nuovo millennio però l’horror torna a essere visto come un genere anche economicamente importante, e Romero riesce nuovamente a produrre nuovi capitoli della sua saga. Nel 2005 esce così La terra dei morti viventi (Land of the Dead). Questa volta il budget è più elevato (quindici milioni di dollari, per averne poi quarantasette di incasso), e anche il cast per la prima volta vede attori di fama internazionale (John Leguizamo, Dennis Hopper, Asia Argento). Questa volta l’ambientazione è in una città, Pittsburgh, isolata dagli zombie e dominata da un regno semifeudale. Ancora una volta ci sono critiche verso la nostra società, e questa volta sono prese di mira la globalizzazione e la lotta al terrorismo.

[img4]Solo due anni dopo esce il quinto film della serie, Le cronache dei morti viventi (Diary of the Dead). Per la prima volta non si tratta di un sequel, ma di una rilettura dell’inizio della saga, resa attuale e contemporanea. Si tratta di un falso documentario, una sorta di video diario nella finzione girato da un giovane regista in fuga dagli zombie. Si tratta di un film molto diverso dagli altri, sorprendente e, se possibile, ancora più agghiacciante. Il fenomeno criticato, questa volta, è la comunicazione, o meglio l’ossessione per la comunicazione, e la deriva del mondo dell’informazione. Il film è costato solo due milioni di dollari e una distribuzione difficoltosa (in Italia ad esempio non è mai uscito), ha portato a un incasso di circa sei milioni.

Per il film successivo, non ci sarà da aspettare troppo. Si tratta infatti di Survival of the Dead, e l’attesa presentazione sarà a Venezia, sul red carpet della mostra del Cinema. Niente male per un regista idealista e con il pallino per gli zombie.

Zombie Movie: la storia
1. Gli zombie prima di Romero
2. Le creature di Romero
3. Gli “zombi” italiani
4. Gli anni Settanta
5. Gli anni Ottanta
6. Gli anni Novanta
7. Il nuovo millennio
8. Un mondo di zombie

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