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La legge del Parco

La legge del Parco

Potrà sembrarvi paradossale, ma per parlarvi bene di Cani da rapina, esordio del trentaduenne Luca Moretti, credo sia importante partire da quelli che sono i suoi limiti. Innanzitutto, non si tratta di un romanzo che punta sull’originalità della vicenda narrata. La storia del gruppo di sbandati che fortunosamente si ritrova a mettere le mani sulla partita di droga di proprietà di un boss, in fondo, è quasi un topos. Così come ha un che di archetipico il terzetto dei protagonisti, composto dallo Storto, il classico figlio del degrado, Davide, quello maturo, e Brizio, quello pulito. Se ci si dovesse limitare alla sinossi, insomma, il lavoro di Moretti potrebbe essere tranquillamente liquidato con la facilissima etichetta di “romanzo di genere”.

Alla lettura, però, Cani da rapina rivela di possedere una capacità di fascinazione del lettore tipica del lavoro ben congegnato e, in definitiva, ben riuscito. Quello che inizi a leggere in treno e ti fa passare in fretta il viaggio. Quello per cui sacrifici volentieri una mezz’ora di sonno. Quello che, quando sei a poche pagine dalla fine, ti crea quel leggero dolore all’idea che presto dovrai lasciare il mondo in cui ti ha calato. Merito di un’ambientazione, il quartiere popolare dell’estrema periferia romana, descritta in modo efficace e vivido. Ma anche di un microcosmo di personaggi secondari a sua volta non originalissimo (ci sono il tossico, il bullo, il poliziotto corrotto, la puttana e l’extracomunitario disperato) eppure molto, molto umano. Merito, infine, di una scrittura liscia e curata, capace di imbastardirsi con lo slang senza per questo risultare forzata o macchiettistica (una qualità piuttosto rara, in verità).

La bravura di Moretti in fondo, sta tutta qua: nell’aver scelto ingredienti molto riconoscibili, riassumibili grossomodo in una parte di Trainspotting (la tossicità), una di Lock & Stock (lo scontro tra criminali professionisti e dilettanti), una di Le iene (la gangster story con l’incedere da tragedia elisabettiana) e una di Ragazzi di vita (la borgata), riuscendo poi a mescolarli in un cocktail che – quasi a sorpresa – risulta gustoso e allo stesso tempo dotato di una sua personalità. Un esordio convincente, viene da dire. Ce ne compiacciamo, nell’attesa di una nuova opera che ci dia conferme riguardo alle qualità e all’ispirazione del suo autore.

L’autore
Luca Moretti (L’Aquila, 1977) vive e lavora a Roma. Ha fondato il magazine letterario Terranullius.it e ha pubblicato con Antonio Bufi le raccolte di racconti L’orata spudorata e L’orata innamorata. Cani da rapina è il suo primo romanzo. La sua opera migliore si chiama Eva.

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