hideout

cultura dell'immagine e della parola

La consapevolezza degli antichi

La consapevolezza degli antichi

Ermanno Olmi, uno dei pochi maestri del cinema italiano ancora in attività, di recente ha dichiarato che il suo ultimo film di fiction sarebbe stato il discusso Centochiodi (2007), dopo il quale sarebbe tornato al documentario, il primo amore della sua carriera cinematografica. Terra Madre nasce come un evento realizzato dall’associazione Slow Food, durante la quale oltre quattromila rappresentati di popoli e minoranze etniche, provenienti da tutto il mondo, si sono dati appuntamento a Torino per incontrasi e scambiare le proprie esperienze su temi tradizionali, ma di grande attualità come l’agricoltura sostenibile, l’alimentazione naturale e la necessità di un equilibrio tra uomo e natura. Era il 2006 e le telecamere di Ermanno Olmi stavano documentando l’evento. Nei due anni che seguono sono state raccolte testimonianze e documentazioni di un nuovo modo di considerare il mondo contadino secondo la convinzione che “mangiare è un atto agricolo e produrre è un atto gastronomico”, fulcro del pensiero di Slow Food.

Terra Madre non è solo la documentazione dell’omonimo evento. Olmi giustappone frammenti e sequenze eterogenee sul tema della consapevolezza ambientale e del rapporto tra uomo e natura. Il documentario non vuole essere un malinconico elogio dei bei tempi andati, né un utopico tentativo di un ritorno all’arcadia, ma uno sprone a ritrovare una consapevolezza dei ritmi della natura e della necessità di saper mettere un freno agli eccessi. Non si può parlare di Terra Madre come un capolavoro documentaristico ma è sicuramente uno stimolo per lasciare un mondo migliore alle nuove generazioni. Se infatti il messaggio risulta forte e accorato, quello che ciò che appare parzialmente disomogeneo è proprio la forma del documentario, composto da interviste e frammenti dell’evento Terra Madre, disseminato di estratti da programmi televisivi come Superquark, l’esperienze di orticultura scolastica fino ad un lungo e poetico inserto finale. Terra Madre inizia con un breve estratto da Le Georgiche del poeta Virgilio e viene chiuso da una lunga sequenza intitolata L’orto di Flora, filmata da Franco Piavoli che con il tocco leggero e poetico (che ricorda da vicino il suo capolavoro Il pianeta azzurro) descrive per immagini il lavoro di un uomo nel suo orto in un pittoresco angolo di campagna sulle sponde dell’Adige.

Olmi ha dichiarato che al Forum di Terra Madre ha riconosciuto i contadini come li ricordava nelle sue campagne, al tempo della sua infanzia. “I volti dei contadini si somigliano in ogni angolo del mondo. Sono volti su cui si riconoscono le medesime tracce di vita, così come le fisionomie dei paesaggi con i campi arati, le colture, i pascoli. Oggi quel mondo dei contadini è assediato dalle grandi imprese il cui scopo è nel profitto. Anche il contadino vuole guadagnare, ma il suo attaccamento alla terra è anche un atto d’amore ed è in questo sentimento solidale che si genera il rispetto della Natura. Sono sicuro che questi onesti cittadini non tradiranno mai la loro Terra. E noi cittadini metropolitani, che viviamo inscatolati nelle nostre città, senza più i colori e i profumi delle stagioni, forse, in un giorno molto prossimo, se ci capiterà di passare accanto a un orto dove un nonno e una piccola bimba colgono i frutti maturi, allora potremo ancora riconoscere la vera casa dell’uomo”.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»