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Vecchia cara Bologna, dove sei?

Vecchia cara Bologna, dove sei?

In questo film (così come in altri della sua corposa opera) Pupi Avati racconta di quando, ancora ragazzino, andava al cinema per il “lieto fine”. Con un po’ di malinconia, sostiene che oggi, momento in cui il serioso cinema europeo si autocelebra e ritiene disdicevole il lieto fine, lui lo adora. E adora anche le storie della vecchia Bologna, quella vera e rossa delle tre T: tortellini, torri, tette. Quella della bella sinistra di una volta, quella dell’accoglienza, quella che forse oggi non c’è più o, se c’ è ancora, non assomiglia più tanto a quella di prima.

Nel film Gli Amici del Bar Margherita (che oggi è un ristorantino e non più il bar ritrovo dei vitelloni della città emiliana), un gruppo di amici si ritrova nel locale di Via Saragozza per parlare dei soliti argomenti maschili, organizzare scherzi cattivi e, soprattutto, interessarsi alle donne. Le più ambite, all’epoca, erano quelle sposate e i giovani frequentatori del bar passavano l’intera giornata a pensare a quello che avrebbero fatto la sera, sperando di riuscire a conquistare le più carine, quelle belle e sanguigne dalle forme generose.
Avati ci parla di un mondo passato nel quale i giovani contavano poco, diversamente da quanto succede oggi, e il punto di ritrovo preferito era il bar, e non i centri sociali, i luoghi di partito o i social network. Il bar era un luogo al tempo stesso magico, in cui potersi rifugiare, e rassicurante, nel quale anche “Coso” (questo il soprannome del regista) poteva sognare. Con ironia, Avati si immerge nei ricordi dell’adolescenza, ritrovando tanti momenti e tanti aspetti del periodo, come i racconti sulle donne e la goliardia degli amici.

Gli amici del Bar Margherita è un film corale, che vede insieme alcuni fra gli attori più interessanti del nostro cinema e dipinge in maniera quasi perfetta la Bologna di allora (anche se, intervistato in proposito, Lucio Dalla ha dichiarato che Pupi avrebbe addirittura censurato ed epurato qualcosa, visto che i comportamenti originali sarebbero stati ancora più beffardi e gli scherzi più atroci). Avati ama Bologna, certo, ma il film è stato girato tra Roma e Cuneo. È da tempo che il regista litiga con la città petroniana, imputandole il fatto di non essere più quella di un tempo. Ma, come per tutte le coppie di innamorati, anche le liti fra Bologna e il maestro bolognese non avranno fine.

Curiosità
Il prossimo film di Avati sarà Il figlio più piccolo, avrà un set bolognese per un decina di giorni in maggio e vedrà come protagonista Christian De Sica.

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