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Il piombo liquido delle esistenze mal spese

Il piombo liquido delle esistenze mal spese

Uscito nel 1976 e pubblicato a distanza di oltre 30 anni in Italia sull’onda del successo cinematografico di Revolutionary Road (tratto dal suo primo omonimo romanzo), Easter Parade è un ulteriore conferma del talento di Richard Yates, genio letterario rivalutato post mortem negli ultimi anni. E’ difficile spiegarne i motivi a chi non l’abbia letto, ma Easter Parade è uno di quei libri che sono in grado di far provare al lettore una sensazione di dolore quasi fisico: non tanto per quello che accade a livello di trama, ma per la capacità dello scrittore di far sentire i personaggi, ogni loro palpito, ogni loro pensiero, il modo in cui si alzano al mattino, l’odore greve del loro alito. In apparenza ha l’aspetto di una saga familiare, ma è in definita un asciutto e onestissimo ritratto delle esistenze parallele di due sorelle, seguite dall’infanzia alla vecchiaia attraverso un’America che cambia in fretta e lascia lungo il cammino parecchi morti e feriti, reali e metaforici.

Il titolo si riferisce a un’istantanea della parata di Pasqua, momento idealizzato e felice al cui confronto ogni cosa sembra poi andare di male in peggio, istantanea delle belle speranze di ogni giovane vita che poi finiscono per spezzarsi irrimediabilmente contro la nuda realtà. Come quelle di due bambine con una famiglia spezzata a metà ma potenzialmente protagoniste di esistenze in cui essere faber fortunae suae. Pochi eventi e poco rilevanti accadono nelle storie parallele di Emily e Sarah, caratteri diversi in un paese troppo grande forse con cui sapersi confrontare, alla ricerca di una felicità che di volta in volta ha volti e tratti differenti. Mai identificata, mai raggiunta. E non solo da loro: c’è una piccola folla di personaggi secondari, dipinti da Yates a volte in poche pagine ma con una maestria inafferrabile, una folla di personaggi disperatamente soli e terribilmente reali. Ogni carattere, ogni situazione, ogni dettaglio è trasportato nelle pagine del romanzo con uno stile capace di inoculare nelle vene del lettore il piombo liquido delle esistenze mal spese, quel senso di cupezza e di ineluttabilità che ogni esistenza possiede e a cui solo un grande scrittore è in grado di dare corpo e voce.

Una sorta di parabola senza la morale che fa venire in mente quei celebri e amari versi di Majakovskij: “tra la vita e me / i conti tornano / ed è vano elencare / guai dolori offese reciproche”. Così, i disperati personaggi di Yates sembrano passare tutti in fila agli occhi del lettore, come in una grottesca parata di Pasqua, guardandolo fisso negli occhi e dicendogli “anche tu sei uno di noi: guarda qualche fila addietro e ti riconoscerai”. Da brividi. Da leggere assolutamente, ma solo se in possesso di adeguati anticorpi contro la disperazione di vivere dell’uomo contemporaneo.

L’autore
Richard Yates (Yonkers, 1926 – Tuscaloosa, 1992) è stato uno scrittore, giornalista e sceneggiatore statunitense, autore di romanzi e racconti. Tra i suoi libri più famosi, Revolutionary Road (1961), recentemente trasposto sul grande schermo da Sam Mendes, e Easter Parade (1976), entrambi pubblicati in Italia da Minimum Fax. I suoi romanzi e racconti ebbero sempre il favore quasi unanime della critica, ma nessuno dei suoi libri fosse riuscì mai a vendere più di 12.000 copie in edizione rilegata.

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