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Roulette russa con colpi a salve

Roulette russa con colpi a salve

Live! Ruota attorno alla figura di Katy, cinica produttrice televisiva interpretata da una Eva Mendes sopra le righe. Bill Guttentag sceglie di girare un film sul mondo del reality show utilizzando il meccanismo del mockumentary, simulando linguisticamente che una troupe di documentaristi abbia scelto proprio Katy per mostrare il dietro le quinte del mondo del piccolo schermo. La commistione tra realtà e fiction dovrebbe suggerire allo spettatore che personaggi come quello di Katy esistano davvero, sebbene (per ora) non siano ancora arrivati a proporre la morte in diretta come rottura definitiva del tabù più antico dei mezzi di comunicazione audiovisiva. Katy ha bisogno di tenere inchiodati milioni di americani alla televisione, non le basta un buon risultato. L’intuizione arriva grazie a un video shock russo che arriva in redazione, la morte in diretta è l’ultima frontiera da raggiungere, un traguardo da superare. I percorso è già nella sua testa, un casting psico-attitudinale, in linea con quello degli show in onda anche sulle nostre reti, per la selezione di sei concorrenti che si contenderanno il proiettile d’argento nella canna di un revolver. Nel documentario viene spiegato anche il lavoro nascosto di un network televisivo, in particolare quello di un legale che vorrebbe trovare il modo di impedire la messa in onda del programma.

Guttentag sceglie di prendere sul serio il progetto, optando per evitare ogni vena sarcastica e parodistica, alla ricerca dello stesso effetto che anima il lavoro di Katy, quello di compiere un’operazione che raggiunga il pubblico come un pungo nello stomaco, violento, immediato e quanto più veritiero possibile. Live! cavalca in modo furbo le facili polemiche che un film di questo genere inevitabilmente porta a generare. Eva Mendes scivola sinuosa da una poltrona di pelle per adagiarsi a gambe accavallate su una scrivania di un collega, impersonando i classici cliché che vogliono una donna nel suo ruolo seduttrice ma mantide, sensuale ma cinica e arrampicatrice senza rivali.

C’è però qualcosa che non funziona, come se l’arma fosse scarica. Il filmato che suggerisce a Katy l’idea per Live! è un violento programma di televisione della realtà, ma su una parete fa bella mostra di sé un poster de La dolce vita di Fellini, quasi un altare a monito della supremazia della fiction sulla “realtà a tutti i costi”. Oltretutto nemmeno l’idea di base del film è di per sé originale: già negli anni Ottanta il romanzo L’uomo in fuga di Stephen King raccontava l’allucinante viaggio di un uomo che partecipa ad uno show dove chi perde muore, romanzo divenuto film con L’implacabile di Arnold Schwarzenegger, ma che a sua volta potrebbe essere stato ispirato dal film La decima vittima di Elio Petri del 1965. Allo stesso modo l’idea di portare la televisione della realtà al cinema non è nuova. Truman Show potrebbe esserne il capostipite, ma con Contenders – Serie 7 e My Little Eye, anche la morte è già stata trasmessa in diretta televisiva. Insomma un colpo di pistola di una scaccia cani, un gran rumore e nulla più.

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