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Cosa vuoi di più dalla vita? Un lycano

Cosa vuoi di più dalla vita? Un lycano

Sembra che già in partenza il terzo capitolo di Underworld fosse destinato a uno scarso successo: dopo gli ottimi incassi del primo film, l’episodio 2 aveva riscosso consensi minori, registrando una flessione anche dal punto di vista del marketing. Forse per questo il terzo episodio, che poi è un prequel, arriva in sordina e delude le aspettative di quelli a cui fossero rimaste. Il primo grave difetto del film, immerso dall’inizio alla fine in un buio che finisce per risultare presto fastidioso e certo non rende la pellicola accattivante dal punto di vista visivo, è la sceneggiatura: debole e piuttosto povera non solo sul versante del plot narrativo ma anche nella caratterizzazione dei personaggi, evocati nei primi due episodi come antenati mitici e origine della lotta tra lycani e vampiri che caratterizza il filone.

Qualche critico ha parlato di un sottotesto shakespeariano, il che è unicamente dovuto alla relazione osteggiata tra la vampira Sonia (interpretata da Rhona Mitra che fa tanto, ma tanto, rimpiangere la sua discendente Kate Beckinsale) e lycano primigenio Lucian (Michael Sheen, noto per esser stato il Tony Blair di The Queen). Ennesimi fiacchi cloni di Romeo e Giulietta, i due andranno incontro alla disfatta fornendo il pretesto narrativo che è alla base dell’intera saga. Se la sceneggiatura è già in partenza bruttina (nonostante abbia il pregio di essere scevra da lungaggini), il resto lo fa la regia di Patrick Tatopoulos, praticamente un tecnico, per anni supervisore agli effetti speciali, che non riesce a rendere la dimensione fanta-horror della storia, limitandosi a filmare uno stanco teatro con un ritmo modesto in cui non ci si emoziona neanche un poco. In un medioevo asfittico e artificiale si muove una folla di personaggi ridotti a fantocci sullo sfondo di una lotta che non riesce mai a farsi lotta di classe per la liberazione dalla schiavitù e l’affrancamento dal potere aristocratico costituito, tematiche oscurate dalla trama più banale della storia d‘amore tra i due protagonisti.

Qualcuno ha obiettato che solo lo spettatore fan può comprendere la magia di una storia elementare, seppur priva di guizzi, alle origini della vicenda: ma ci si dimentica a volte, e sembra averlo fatto il regista e ideatore dei primi due episodi della serie, Len Wiseman, nell’ideare questo prequel, che i buoni film non sono appannaggio di fan e non fan. Gli effetti speciali usati per mostrare la trasformazione dei licantropi, così come la ricostruzione in computer graphic del castello dei vampiri, sono al livello dei precedenti.

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