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Un pezzo di storia apparso dal nulla

Un pezzo di storia apparso dal nulla

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Manchester negli anni Settanta sembrava un pezzo di storia apparso dal nulla, “una città sudicia e sporca dove sei sempre alla ricerca della bellezza, perché era un posto orribile”: comincia da lì la storia dei Joy Division, e da lì Grant Gee fa cominciare il suo viaggio dentro il mistero di uno dei gruppi musicali tra i più famosi ed influenti nella storia della musica moderna. Era Manchester, era il 1976: il racconto proviene dalla voce dei membri sopravvissuti Bernard Sumner, Peter Hook e Stephen Morris, che rievocano il concerto dei Sex Pistols da cui tutto ebbe inizio (“non avevo mai visto niente di simile in vita mia… era un casino stupendo”) e l’arrivo nel gruppo di Ian Curtis, “un ragazzo spaventoso, pantaloni in pelle, giacca militare con scritto ‘odio’ sulla schiena”. Le loro parole e le immagini dell’epoca ricostruiscono con forza ma con pudore la genesi del gruppo, scandagliando in quel momento così nebuloso in cui nessuno di loro aveva ancora il sospetto di quello che sarebbe accaduto.

Dai primi pezzi (“erano uno scimmiottamento del punk”) alla nascita del nome definitivo della band (che deriva dalla denominazione delle baracche femminili dei campi di concentramento nazisti), i volti di coloro che, dalla morte di Curtis, in poi furono noti come New Order, emergono dallo sfondo nero come i ricordi dal buio del passato, fragili e potentissimi al tempo stesso. Poi l’incontro col dj Rob Gretton, che di lì a poco divenne il loro manager, e il primo album An Ideal for Leaving attraverso il montaggio di live performance inedite, filmati d’epoca, registrazioni audio ritrovate recentemente su cassetta, interviste a Tony Wilson, boss della Factory Records recentemente scomparso, e a Annik Honoré, la giornalista belga che ebbe una relazione con Ian Curtis. Grant Gee, già autore di Meeting People Is Easy, documentario sui Radiohead, e di lavori per Oasis, Blur e Badly Drawn Boy, confeziona un documentario ricco di materiali anche inediti e riesce nel tentativo di riportare lo spettatore alle atmosfere di una storia, personale e musicale, divenuta patrimonio dello storico musicale internazionale. I Joy Division furono i primi a usare l’immediatezza del punk per esprimere stati d’animo più complessi: e questo è dovuto in grossa parte a Ian Curtis, persona/personaggio meraviglioso di cui tutti ricordano il particolare modo di ballare e muoversi sul palco, epifania di una consistenza artistica reale e profonda. “E’ quella translucidità dei suoi occhi che fa rabbrividire la gente” raccontano gli ex compagni del gruppo tra un aneddoto e l’altro (dall’incontro con William Burroghs alla genesi di She’s Lost Control, all’assoluta genialità dell’album Unknown Pleasures): gran parte della materia che occupa invece Control, lo splendido film di Anton Corbijn, anch’egli uno dei testimoni nel documentario, è solo accennata. La complicata relazione tra Ian, sua moglie Debbie e Annik affiora sul finale mentre il regista scandaglia tra i presagi della fine: la paura di Curtis di non essere all’altezza del successo che la band stava per avere, la nascita della canzone forse più famosa del gruppo, Love Will Tear Us Apart, il suicidio a 24 ore dall’aereo che li avrebbe portati in America per la prima tourné e le reazioni dei compagni alla scomparsa del leader carismatico del gruppo.

Grant Gee ha il polso giusto per raccontare una storia che a trent’anni di distanza conserva ancora intatta la sua forza e il suo mistero, un documentario strutturalmente semplice ma efficace nella ricerca storica e sul piano emozionale. Poi l’amore, l’amore ci farà nuovamente a pezzi…

Curiosità
Il film è stato proiettato al Bergamo Film Meeting 2008, ma mai distribuito nella sale italiane. Grant Gee è nato a Plymouth ed ha studiato geografia al St Catherine’s College, ad Oxford e all’University of Illinois di Urbana-Champaign. Regista e documentarista, vive attualmente a Brighton. E’ principalmente noto per il documentario Meeting People Is Easy, che ricostruisce il tour dei Radiohead avvenuto in occasione dell’album OK Computer. Ha recentemente riscosso grande attenzione al Toronto International Film Festival 2007 grazie a Joy Division. Attualmente sta lavorando su The Western Lands, un film ispirato ai viaggi di Jim Perrin.

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