hideout

cultura dell'immagine e della parola

Roccia lavica

Roccia lavica

La voce di Lisa Pietrobon è fresca, è giovane, è di ampio respiro. Come il vento che parte da lontano, compie il suo giro e, dopo aver sfiorato terre diverse vicine e lontane, torna qui, sempre nuovo e sempre lo stesso. “Qui” non è un luogo qualunque, ma il nostro luogo, di ognuno di noi, è il tempo e lo spazio dove (e quando) abbiamo gettato le fondamenta per costruire quello che siamo: la nostra giovinezza.

Infatti i racconti dell’esordiente scrittrice veneta trasudano giovinezza da ogni singola porosità della cellulosa che stringo tra le mani. E questo, sia ben chiaro, non è affatto un difetto. I liquidi trasudati evaporano in fretta e si rimettono in circolo; nell’aria. Ed è per questo che ho parlato di voce, di respiro. I racconti della Pietrobon hanno infatti tutte le caratteristiche della voce detta e ascoltata, e sentono quasi la necessità vibrante di evadere la pagina scritta attraverso un canale di trasmissione aereo, pronti a giungere alle orecchie tese in un momento qualsiasi della giornata, in ogni istante della piatta quotidianità, senza le pesanti costrizioni della cultura chirografica imperante. Voce (con la V maiuscola, dell’autrice che molla la penna perché l’inchiostro sbava e rende meno pulito il suo sfogo ben trattenuto) che ancor di più si fa orale, quindi in un certo qual modo popolare, quando mescola tra di loro le voci dei personaggi, le fa dire ed essere dette, in una polifonia che (di nuovo) aumenta il respiro dell’opera. Questi personaggi ci parlano e noi li riconosciamo e ci rispecchiamo, quasi fossero parti remote di noi (da giovani, naturalmente).
Proprio questa riconoscibilità delle vicende può portare a pensare che ci si trova di fronte a dei resoconti piuttosto che a veri e propri racconti, a degli spaccati di vita vissuta; e, anziché storie, sembra di poter leggere situazioni dipinte per fare in modo che quella Voce con la V maiuscola si possa esprimere liberamente. Ma proprio per questo ci sentiamo rallegrati, quasi più sicuri di stare nel piccolo posticino familiare che ci siamo ritagliati nel mondo, quando a fine libro l’autrice ci propone un ulteriore resoconto che tratteggia le esistenze dei personaggi aldilà della pagina stampata, come fossero il nostro vicino di casa, o un amico che non vedi dal tempo delle medie, o la ragazza senza nome che incontri ogni volta che vai a fare la spesa.

Forse, se avesse avuto qualche certezza non sarebbe di certo la roccia che è ora (titolo che ricorda quelli di alcuni film di Lina Wertmüller!), ma se Lisa Pietrobon è davvero una roccia, c’è da credere che sia roccia lavica e dentro c’è un nucleo magmatico che ribolle!

L’autore
Lisa Pietrobon è nata e vive a Castelfranco Veneto (TV). Laureata in Lettere, ha svolto varie attività inerenti l’ambito letterario ed editoriale. Ha ottenuto vari premi e riconoscimenti in concorsi letterari. Questa è la sua prima pubblicazione.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»