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cultura dell'immagine e della parola

Sotto quel cielo
Berlino, giorno 6

Chen Kaige durante la conferenza stampa di Forever EnthralledSempre grigio il cielo sopra Berlino e non solo metaforicamente. In concorso un film davvero scialbo, London River di Rachid Bouchareb, storia di un immigrato africano in Francia e di una donna di mezza eta, che vive su un’isolotto della Manica, che cercano i propri figli nella Londra sconvolta dagli attentati del 7 luglio 2005. Le loro vite si intrecceranno proprio come quella dei loro figli che, come scopriranno, avevano una relazione. Fin troppo facile l’assunto del film, una denuncia del razzismo sottile che alberga nella mente di molti occidentali, un inno alla multiculturalità che viene spazzata via dal fanatismo dei terroristi. La storia è facilmente prevedibile, si capisce subito dove il film voglia andare a parare. Una regia comunque interessante che utilizza colori molto sgranati per raccontare una storia intimista e una buona prova dei due protagonisti, Brenda Blethyn e Sotigui Kouyate uno degli interpreti del Mahabharata di Peter Brook.

Incline agli estetismi dai colori pastello è invece Stephen Frears che, con Cheri, coinvolge nuovamente l’ormai cinquantenne Michelle Pfeiffer in un’altra relazione pericolosa. Un film sfarzoso in costume, ambientato nella Parigi degli inizi del Ventesimo secolo, in piena Belle Epoque e dilagante stile Liberty. La storia d’amore passionale che coinvolge una dama di mezza betà e un giovane dovrebbe rappresentare, almeno secondo la voce off alla fine del film, il canto del cigno di un’epoca che sarebbe stata a breve cancellata dalla Grande Guerra. Tuttavia non si avverte questo senso di trapasso storico e nemmeno la decadenza di una società e del suo stile di vita lussurioso. Rimangono solo l’accattivante fotografia e il fascino “milf” della Pfeiffer a tenere in piedi un film che sfigura in un grande festival come la Berlinale.

A Berlino sembra essere una moda tornare sul luogo del delitto. Se Frears riprende Le relazioni pericolose (Dangerous Liaisons, 1988), il cinese Chen Kaige riprone le tematiche del suo celebre Addio mia concubina (Bawang bieji, 1993). Con Forever Enthralled racconta la vita del grande artista dell’Opera di Pechino, Mei Lanfang (1894-1961). Figlio d’arte, la sua carriera artistica va incontro ad alterne fortune, e si intreccia con le vicende storiche cinesi. Chen Kaige racconta di essere stato, da piccolo, un ammiratore di Mei Lanfang ed è evidente la celebrazione dell’arte dell’Opera di Pechino, centrale per la cultura cinese. Ma il film scade in un pesante, quanto fastidioso, calligrafismo. Nemmeno l’oriente quindi riesce a salvare questa Berlinale!

Anche Berlino si unisce alla nutritissima schiera dei festival che omaggiano il vegliardo maestro Manoel De Oliveira (100 anni), consegnandoli una Berlinale Camera. Quest’anno è la terza dopo Claude Chabrol e Günter Rohrbach, il produttore televisivo che lavorò con Fassbinder.

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