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Il dibattito della vita

Il dibattito della vita

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I film sugli sport americani potrebbero avere una sezione a sé stante nella nostra rubrica sui film dispersi. Se pellicole sul basket come ad esempio l’interessantissimo Half Nelson non arrivano da noi, si può immaginare perché non sia stato distribuito in Italia un film come Rocket Science, il cui argomento principale è il dibattito politico. Vi chiederete cosa c’entra con lo sport. Ebbene, in America il dibattito politico ha la sua federazione (NDT), i suoi tornei, ed è considerato una vera e propria disciplina agonistica con una lunga serie di regole ben precise. Ma si può stare tranquilli: anche senza saperne nulla, Rocket Science sa dimostrarsi una commedia intelligente, ironica e in grado di ben rappresentare la realtà dei college americani senza scadere nell’umorismo facile o nella rappresentazione estetica della violenza.

Il regista, Jeffrey Blitz, ha realizzato un film quasi autobiografico (anche lui, balbuziente, partecipò in gioventù a gare di dibattito) partendo da un documentario da lui stesso girato nel 2002, che gli portò una miriade di riconoscimenti tra cui la nomination all’Oscar. Gli stessi personaggi sono stati quasi tutti ripresi da veri studenti che Blitz ha conosciuto durante le riprese del documentario. Questa vicinanza del regista al mondo da lui rappresentato è sicuramente servita a evitare di costruire macchiette, ma al contrario personaggi in grado di evolversi durante i novanta minuti del film. Blitz ha insomma evitato quella “sindrome da Sundance”, che prevede al festival di Park City commedie con personaggi bizzarri, dialoghi stucchevoli e finali a sorpresa. È vero, Rocket Science ha vinto al Sundance il premio per la miglior regia, ma lo ha fatto riuscendo a dimostrarsi un film vero, fino all’ultima inquadratura. Merito questo anche degli attori. Reece Thompson, il quasi esordiente protagonista, si è inventato balbuziente con credibilità e rigore. Anna Kendrick, che a 13 anni era già una delle attrici di teatro più premiate, è strepitosa quando inizia a parlare a 100 parole al minuto.

Rocket Science avrebbe insomma potuto essere un nuovo Juno o un altro Little Miss Sunshine, tanto per citare due piccoli film indipendenti che insieme hanno incassato 350 milioni di dollari. Invece non ne ha portato a casa nemmeno 1, ma non per questo possiamo escluderlo dal lotto dei migliori film indipendenti dell’anno.

Curiosità
La colonna sonora, il cui tema dominante è l’indimenticabile Blister in the Sun dei Violent Femmes, è stata per il resto scritta da un sorprendente gruppo indie del New Jersey, i Clem Snide.

Filmografia
Rocket Science (2007)
• Spellbound (2002)

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