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Noir en blanc – Courmayeur – 2° giorno

Dino e Filippo Gentili durante la conferenza stampa per Sono vivaLa neve continua a scendere copiosa e il programma del Noir Film Festival procede senza intoppi. L’atmosfera, nonostante le temperature rigide, è calda e accogliente ed è facile imbattersi nei protagonisti della manifestazione camminando per strada o all’interno di bar e ristoranti. È il bello dei cosiddetti piccoli festival: il programma meno serrato e con poche sovrapposizioni, permette di prendersela comoda e poter scambiare opinioni in libertà magari proprio con attori, registi e scrittori.E mentre ci si imbatte facilmente in Elio Germano, Filippo Timi, Martina Stella, Nicolò Fabi o negli scrittori Dan Wislow e Richard Price, il terzo giorno a Courmayeur ha continuato a proporre chicche, successi annunciati e anche qualche delusione.

Commozione e ammirazione per Frozen River, primo film in concorso della giornata e già vincitore del Sundance 2008. Storia di frontiera e di solidarietà al femminile, la pellicola statunitense racconta la vita di due donne, entrambe madri, entrambe sfortunate e costrette a scelte difficili che le porteranno a diventare contrabbandiere di immigrati clandestini tra il Canada e gli Stati Uniti. Decisamente sundanciano nei ritmi e nelle inquadrature, il film è totalmente femminile: due donne protagoniste, tra cui una splendida Misty Upham, scritto e diretto da Courtney Hunt e prodotto sempre da una donna. Per adesso non ci sono notizie di un’uscita italiana, ma già fin d’ora lo speriamo e ne consigliamo la visione.
Delusione invece per il cartoon tedesco Lissy, principessa alla riscossa. Presentato all’interno del programma MiniNoir dedicato ai bambini, il cartoon, a cui presta la voce Lorella Cuccarini per la versione italiana, è noioso, poco divertente e spesso volgare, con gag che richiamano la peggiore commedia italiana scollacciata.
Ha convinto poco anche il secondo film italiano in concorso, Sono viva di Dino e Filippo Gentili, che ha ricevuto una tiepida accoglienza al termine della proiezione in sala. In effetti, questa storia di un ragazzo con problemi economici che di fare da guardiano per una notte al cadavere di una ragazza sembra non andare da nessuna parte: i due registi e scrittori sembrano non aver trovato il modo per trasmettere che cosa volessero realmente comunicare.

Come nella migliore tradizione noir, il momento più atteso è arrivato a mezzanotte con la proiezione notturna di Quarantine, remake americano dello spagnolo Rec. Come nell’originale, si tratta di un horror completamente girato in soggettiva di un cameraman televisivo. Il film funziona, spaventa, è adrenalinico. Eppure non convince totalmente. Sarà che la spiegazione dell’inferzione è stata modificata, sarà che si indugia troppo nei dettagli di ferite, trapanazioni celebrali e punture, sarà che gli stacchi nascosti sono poco nascosti, ma alla fine l’effetto deja-vu in peggio è altissimo. Inoltre, la provenienza televisiva di molti protagonisti (c’è la sorella di Dexter, Maya di Heroes, Richard di Ally McBeal) rendono l’effetto finale fin troppo “fintamente reale”.
E tutti rimangono in attesa del clou del festival che avverrà domani con Elio Germano, Filippo Timi e Nicolò Fabi, diretti da Gabriele Salvatores, per una jem-session di parole, immagini e musica dedicata al film Come Dio comanda, e che probabilmente non avrà mai una replica, dal titolo Ancora sulla cattiva strada… appunto, come da perfetta tradizione noir!

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