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cultura dell'immagine e della parola

Romania:
piacere di conoscerti

Titolo campagna: Romania, piacere di conoscerti!
Cliente: Governo della Romania
Agenzia di pubblicità: Palyteam

La Romania ha portato in Italia un milione di nuovi abitanti. La Romania è UE, dal gennaio del 2007. La Romania è un solo un po’ più a est. Non il Mediterraneo, ma il Mar Nero. E gli stessi problemi di un’Italia rurale e arretrata che, dalla fine del XIX secolo, ha continuato per tanta parte del Novecento a salpare per le Americhe e andare in miniera in Germania. Il lavoro che non c’è, la fame, e, in più, la voglia di riscatto da un regime che ha schiacciato ed avvilito il paese.

Dice una delle protagoniste del documentario: “I romeni sono romani, romani danubiani”. Sto navigando in un sito che raccoglie le pagine di comunicazione stampa, gli spot, un documentario ed un video di approfondimento sulla Romania. Romania, piacere di conoscerti! è una campagna che, in questo periodo, attraversa reti tv e testate di rilevanza nazionale.

Ho visto per la prima volta alcuni sogetti della campagna televisiva e sono rimasta subito colpita dalla schiettezza e dalla semplicità del contenuto. “Piacere di conoscerti”: mi presento, ti dico chi sono, dove vivo, come e quando sono arrivato qui, nel tuo paese. Sono poche informazioni, ma dense: c’è il significato di una vita intera, il significato di un cambio forte, che segna.

Eppure, il distillato è ottimismo e positività. Si vedono volti felici, sorrisi, integrazione. La comunicazione è agile in ogni mezzo impiegato nella campagna, l’idea è tanto semplice quanto solida: una delegazione di ragazzi e adulti rumeni, diversi per estrazione e vita professionale, si presenta in modo diretto.

L’obiettivo è quello di togliere ogni ostacolo alla comunicazione del messaggio: non una metafora, non una mediazione, non i testimonial famosi che non rappresentano correttamente l’enorme numero di persone che deve lottare ogni giorno contro le difficoltà della vita.

Anche il documentario resiste al rischio di cadere in stereotipi ed amplificare quelli che sono problemi fin troppo noti. Questi ci sono, e restano: integrarsi è anche integrare, ma questo – ahimè – non è sempre facile.

Vorrei radere al suolo i luoghi comuni con un numero infinito di passaggi tv e stampa di questa campagna. Sono sicura che non sarebbe facile, ma contribuirebbe di certo ad abbatterli definitivamente.

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