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cultura dell'immagine e della parola

Coldplay
Talk

Canzone: Talk
Regia: Anton Corbijn
Artista: Colplay
Album: X&Y
Anno: 2005

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Ancora molto cinema per una storia fantascientifica: siamo nel regno dei B-movie degli anni cinquanta e sessanta, un viaggi nel tempo straniante che sistema gli attuali Coldplay su un’astronave di cartapesta.
Esplicito, è una sua caratteristica, nel rivelare l’artificialità del set (cinematografico o teatrale che sia, e le movenze dei Coldplay sono davvero teatrali), Corbijn racconta ancora una volta, il cinema stesso: gli occhiali per il cinema 3-D indossati dal gruppo “non funzionano” sul robottone, la visione invece di scoprire la tridimensionalità si separa, riverbera e si sdoppia. Ma essendoci dentro, dentro alla finzione del cinema, cosa possono vedere di diverso se non qualcosa di sfalsato? Un po’ come noi che guardiamo il video e ne capiamo l’ironia, vediamo l’ambiente di cartone e il teatro di posa dietro alla creazione della storia.

Come per tanti altri (U2, Metallica, Depeche, Travis), Corbijn trasforma i musicisti in attori, rivolgendo l’attenzione su aspetti inconsueti della loro musica: accosta qui dolcezza e solitudine al gioco e all’ironia.
Ci ritorna poi, al gioco dell’uomo buffo e della sua solitudine, autocitandosi per il secondo video di Viva la vida: Martin ha scritto quella canzone propri ispirandosi al re, immortale ma mortalmente malinconico, Dave Gahan in Enjoy the silence, e lo omaggia vestendone i panni. Un re diverso, che alla fine sorride, che guarda architetture e palazzi (che sempre in Corbijn diventano volti) invece che salire sempre più su, fino alle montagne e trovare il silenzio. Qui trova la pace, una guerra finita e un potere perso, ma un gruppo di uomini che lo accompagna ancora.

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