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Un road movie d’altri tempi… fuori tempo

Un road movie d'altri tempi... fuori tempo

La seconda moglie usurpatrice, con contorno di vecchie amiche più o meno insoddisfatte, il viaggio liberatorio verso la California, l’incontro fugace con il camionista (però ex marinaio) affascinante, la puntatina a Las Vegas, l’autostop concesso al ragazzo orfano, per finire tutti al funerale tragicomico. Sono veramente troppi e troppo palesi i clichè narrativi da road movie – commedia americana inanellati dal soggetto di Christopher Rowley e Daniel Davis in Quel che resta di mio marito. Poco importa che a interpretarli ci sia un trio di “spalle forti” come quello di Kathy Bates, Jessica Lange e Joan Allen.

A dirla tutta, la sempre divertente Bates in fondo replica per l’ennesima volta l’usurato ruolo di spregiudicata signora senza peli sulla lingua, quando invece sarebbe perfettamente capace di andarvi oltre. Jessica Lange sarà anche bellissima, se per bellissime intendiamo le tiratissime costrette a sorridere anche quando non vorrebbero, ma le vengono affibbiati troppi sospiri e pensieri tra sé e sé per non risultare un po’ noiosa. Meglio la Allen, infervorata portavoce della cultura mormonica, rigida ma disponibile verso l’apertura al mondo quando occorre. Il film, che tranquillamente mutua l’idea del viaggio cum ceneres di Orlando Bloom in Elizabethtown (id., Cameron Crowe, 2005), resta sospeso tra humour funereo e sentimentalismo puro, virando purtroppo su una malriuscita miscela di uno e l’altro che ne fanno una commedia prevedibile ed indecisa.

Anche il sottotesto femminista (lottiamo fieramente per la nostra libertà di seconde mogli, riprendiamoci quello che è nostro, stiamo bene anche senza uomini, diciamo), che abbiamo appena visto esplodere nella favola kitsch di Mamma Mia! (id., Phyllida Lloyd, 2008) è esile e regge poco. Peccato dunque per la bravissima Christine Baranski, relegata al ruolo di cattiva, ma che proprio in Mamma Mia! ha esibito generose doti da show woman. Un po’ di spiritualismo da tramonto, confidenze da pomodori verdi fritti e una minima spruzzatina di cinismo non bastano più a parlare di sentimenti e perdite se non vi si aggiunge qualcosa di nuovo o perlomeno di interessante.

Curiosità
Per il ruolo di Arvilla Jessica Lange ha ricevuto un premio dalla New York’s City Film Society del Lincoln Center.

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