Canzone: Per combattere l’acne
Artista: Le luci della centrale elettrica
Disco: Canzoni da spiaggia deturpata
Regista: Michele Bernardi (disegni di Davide Toffolo)
Anno: 2008
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Sfuggente e disomogeneo.
Lo spettatore/ascoltare si vede sbattere in faccia una catena di parole e immagini più o meno sensate, più o meno conturbanti, foglie d’ortica che toccano corde nascoste e che producono un gran bisogno di essere riordinate in schemi riconoscibili.

Qui però si gioca alla disilludere le attese, a partire dai nomi e dai titoli. Le luci della centrale elettrica, un nome al plurale che cela invece un’identità singola, Vasco Brodi, che canta con una cadenza simile al più noto (e ormai sputtanato) omonimo, ma che risulta inevitabilmente diverso nelle inflessioni della disperazione giovanile.

Un titolo, Per combattere l’acne, che parla solo apparentemente di adolescenza per mettere le mani sull’urlo nero più profondo, quello senza tempo né età.
In un bianco e nero a tratti cangiante si sale sull’auto in soggettiva di Karma Police (ma perché si sente in continuazione l’eco di A Wolf At the Door dei Radiohead?) ma in poco tempo si precipita nell’assenza di trama per seguire i cunicoli delle arterie.

Il corpo umano è il collante fra parole e immagini. Cuore, acne, capelli: il corpo è smembrato nelle sue parti e continuamente evocato; il dolore che sfiora la pelle dello spettatore/ascoltatore è la sofferenza di un corpo sgraziato che si sottomette all’anatomia del simbolo.

Per combattere l’acne ci si mette davanti allo specchio, cioè la riproduzione fedele, spesso scomoda, di noi stessi. Ma qui l’unica immagine naturalistica, nelle fattezze e nel movimento, è una corsa da spaccacuore verso il basso: la distruzione.

Bernardi e Toffolo offrono solo lo specchio analogico dei mostri con il corpo di uomo e la testa di animale. E noi non sappiamo se gridare con loro o per loro.

A cura di Fabia Abati
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