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cultura dell'immagine e della parola

Nascondiglio al Lido
Diario, 6° giorno

La coda per Corto Cortissimo finisce ben fuori dal Palazzo del Casino'C’è chi soffre di insonnia. Io, per fortuna, al limite ho problemi opposti. Per usare un eufemismo, ho il sonno facile. Ora sono le 18.37, e da questa mattina ho passato almeno sette ore in sala. Ovvio che qualche piccolo abbiocco ci sia stato. Mi ha certo aiutato il fatto che a Venezia sia stato il giorno di due film per certi versi simili, come Vegas e Sut. Due film quasi sperimentali, passati sorprendentemente in concorso e non in una sezione collaterale. Due film che forse si sarebbero potuti riassumere in cortrometraggi, che però sicuramente non hanno lasciato indifferenti. Nemmeno le mie palpebre.

Oggi poi era il giorno del film italiano che attendevo di più, Birdwatchers di Marco Bechis. Forse perché in realtà di italiano non aveva molto (anche Claudio Santamaria recita in portoghese), il film non ha deluso, con giudizi quasi unanimi. Bravissimi gli attori indios, per un’opera intensa che potrà anche ambire a qualche premio. Una delle protagoniste, tra l’altro, si è lasciata andare in un pianto liberatorio in conferenza stampa, e il pianto è stato un elemento ricorrente di oggi, dato che anche Léora Barbara, la giovanissima interprete di Stella, è scoppiata in lacrime per l’emozione dopo l’applauditissima proiezione del film.

Non lacrime, ma rabbia invece per i moltissimi giornalisti che oggi sono rimasti fuori dalle proiezioni stampa. Fino a oggi non si erano viste code così lunghe (i record vanno al film di Bechis e a Corto Cortissimo), ma rimane il mistero del perché alla fine rimangano sempre così tanti posti liberi in sala.

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