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cultura dell'immagine e della parola

Nascondiglio al Lido
Diario, 5° giorno

Ieri Ozpetek era finito nel WC. Con Avati sono stato piu' buono: ecco gli spazziniHayao Miyazaki è un tipo particolare. Forse è lui stesso un personaggio dei suoi film. Con il sorriso sulle labbra e un’allegria naturale, in conferenza stampa risponde a tutte le domande in non più di dieci parole concludendo sempre con un “Va bene come risposta?”, cui non si può dire di no, perché davvero sembra vivere in un altro mondo. Da quel mondo è sbarcato sulla Terra il suo film, Gake no ue no Ponyo, forse la cosa migliore vista fino a oggi a Venezia. Difficilmente vincerà, ma sicuramente emoziona e lascia il segno, non fosse per la sigla finale che tutti canticchiano per le strade del Lido. Strade che sono decisamente piene: sarà per la bella giornata, sarà per la domenica, ma oggi c’è davvero tanta gente alla Mostra, e entrare nelle sale per vedere un film non è un gioco da ragazzi.

Ce l’ho fatta con Il papà di Giovanna, il secondo film italiano in concorso, diretto da Pupi Avati. Il film ha avuto giudizi estremamente contrastanti, personalmente non mi ha convinto per nulla, tra narrazioni lasciate in sospeso e interpretazioni altalenanti. Se Silvio Orlando e Alba Rohrwacher sono bravissimi, Ezio Greggio e Valeria Bilello sono a tratti imbarazzanti: non sempre pescare dalla tv porta bene ad Avati.

Domani sarà la volta del terzo film italiano, anche se girato in guaranì e portoghese. Con questo escamotage Bechis riuscirà a evitare i fischi all’uscita dalla sala? Ci conto, l’autore di Garage Olimpo è la mia scommessa alla Mostra: domani scoprirò se avrò investito bene i miei soldi.

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