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cultura dell'immagine e della parola

Festival di Locarno
16 agosto

La regista Solveig AnspachNei suoi ultimi scampoli Locarno regala ancora un recupero, quello del bellissimo noir del 1950, Night and the City (in Italia uscì con il titolo I trafficanti della notte). L’autore è Jules Dassin, il regista di La città nuda (The Naked City, 1948), recentemente scomparso, che girò questo film a Londra, dopo essere stato vittima a Hollywood dell’epurazione maccartista. Un caposaldo del genere, fatto di intrighi, violenza e angoscia, fotografato in un bellissimo bianco e nero, sullo sfondo delle brumose atmosfere londinesi.
Del film è stata proiettata una pellicola perfettamente restaurata, la cui visione è stata esaltata fino all’inverosimile dal maxischermo della Piazza Grande. La presentazione di Night and the City rientrava nell’omaggio che il Festival ha fatto alla Cinémathèque royale de Belgique, un’istituzione che può vantare una collezione di 60.000 pellicole, raccolte in 70 anni di attività.

Nelle sezioni collaterali vanno segnalati due interessanti lavori del giovane cineasta Augusto Contento, Strade trasparenti, visto nella sezione Ici et Ailleurs, e Tramas, presentato per Play Forward. L’opera dell’autore è un’immersione nella realtà del Brasile, di cui viene esplorata la sua dimensione di metissage etnico e culturale, il suo cosmopolitismo dovuto alla stratificazione di popolazioni di origini diverse.
Il primo è un film di viaggio, dove i paesaggi vengono scrutati dai finestrini di un autobus che attraversa il Brasile, i cui passeggeri raccontano se stessi e il loro mondo. Il secondo è concepito come musical/thriller in forma di documentario, incentrato su dieci personaggi nel contesto della megalopoli di São Paulo, un’opera complessa che si fonda stilisticamente sull’uso di frequenti recadrages, immagini inscritte in altre immagini, ottenuti da monitor o schermi vari interni all’inquadratura.

Sempre per Play Forward, da segnalare anche il documentario La Fura in vivo di Matteo Minetto, dedicato al gruppo teatrale catalano La Fura dels Baus e alla realizzazione del loro ultimo lavoro, Imperium. Vengono seguite le prove e i training dello spettacolo, con particolare risalto alle date in Cina tra lo stupore del pubblico locale.

Un bel film malese, Muallaf (The Convert) di Yasmin Ahmad, è passato nella sezione Ici et Ailleurs. La regista prosegue nella sua indagine sui rapporti umani, raccontando di due sorelle in fuga da un padre dispotico e del loro incontro con un insegnante cattolico, tormentato dai fantasmi del passato. Un’opera delicata, incentrata sulle relazioni personali che si possono instaurare dopo un trauma.

La chiusura del Festival è stata affidata a una deliziosa commedia islandese, Back Soon di Solveig Anspach, vista in Piazza Grande. Sullo sfondo di paesaggi innevati rarefatti, la storia si gioca sulla tripla vita di una donna d’affari, che è anche poetessa e spacciatrice di marijuana. Un film strampalato, con situazioni decisamente surreali, che conferma il buon livello cinematografico del “paese di ghiaccio”. La regista è peraltro al suo primo film comico, avendo finora realizzato opere di tutt’altra natura.
Bella conclusione per un Festival decisamente dal basso profilo.

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