Delta V
Prendila così
Canzone: Prendila così
Regia: Lorenzo Vignolo
Artista: Delta V
Album: Le cose cambiano
Anno: 2004
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I Delta V, nonostante diversi cambi della cantante, sono stati fin da subito uno dei gruppi italiani più “cinematografici”, i loro video raccontano quasi sempre delle storie, recitate proprio dai componenti della band, quasi fossero dei piccoli cortometraggi.
Dopo aver già rivisitato in chiave moderna Se telefonando e Un’estate fa il videoclip di questa ennesima cover, stavolta dell’intramontabile Battisti, continua la serie di riferimenti cinematografici.
Come per la hit Un’estate fa il gruppo milanese si affida alla regia di Lorenzo Vignolo per raccontare una storia “nera”, stavolta però senza riferimenti agli anni 60, ma con un’ambientazione glaciale dietro cui si intravedono diverse citazioni cinematografiche altrettanto fredde.
La storia, infatti, è ambientata in una cascina di montagna immersa nella neve, tra scene di vita serena: due componenti della band in cucina, un uomo su una sedia a dondolo, fuori qualcuno spala la neve e qualcun altro viaggia su strade innevate a bordo di un pic-kup.
Tutto sembra scorrere normale e tranquillo, il pic-kup arriva alla cascina, scendono due poliziotti. Ma l’atmosfera tranquilla è solo un’illusione…
Un clip che rimanda a tutto il filone di film in cui il gelo dell’ambiente è in contrasto con i comportamenti criminali, che spesso sfociano nello spargimento di sangue caldocome appunto Fargo , film ovattato che dietro a rapimenti e omicidi nasconde un humour glaciale, oppure Shining , per la casa isolata immersa nella neve e le inquadrature a piombo sull’auto. Anche in Misery non deve morire arriva un poliziotto per capire se la pazza Kathy Bates nasconde qualcosa, facendo però una brutta fine.
L’audio di tutto il video si mescola e a volte schiaccia la musica della canzone: in un certo senso Vignolo non si limita alla citazione, ma elabora il linguaggio cinematografico facendolo debordare oltre i limiti della videomusica. Con uno spessore anche tecnico che purtroppo si trova troppo poche volte nelle produzioni italiane.
A cura di Davide Briani
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