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Marketing
Overdose

Titolo campagna: Marketing overdose
Cliente: Consumers International

Guarda lo spot per il medicinale Strivor

Una ricerca di Altroconsumo, svolta su 26 casi di spot pubblicitari di farmaci classificati OTC (over the counter, farmaci per i quali non è obbligatoria la ricetta medica), ha rilevato che solo 2 volte su 13 – casi per i quali è obbligatorio per legge – nel messaggio viene citato il principio attivo. Solo 15 spot su 26, inoltre, rimandano alla lettura del foglietto illustrativo, indicazione anch’essa obbligatoria.

Patologica carenza di rispetto delle normative da parte delle aziende farmaceutiche? Consumers international interviene facendo circolare in rete un commercial – assolutamente fake – di un nuovo prodotto chiamato Strivor. Lo spot è parte integrante di un progetto più ampio nominato “Marketing overdose”. Ed ecco, dunque, la pillola per combattere la “carenza motivazionale” e per passare dalla dimensione depressa a quella iperattiva (pulizia del forno inclusa, come cita lo spot).

Acuta poi la stilettata di una rivista di settore, che ha segnalato come anche la Coop abbia agito in modo sleale in uno spot dei farmaci di suo marchio, venduti “…a un prezzo speciale, con un risparmio che fa star bene”.Lo spot è molto simile a molti promo di farmaci, ma dove sta la verità e dove l’esagerazione?

Vale la pena prendere coscienza del caso: è vero, molte aziende provano ad eludere le normative. Tuttavia, il quadro presentato nel video di training ai manager del mondo farmaceutico sembra francamente eccessivo.È opportuno ricordare una cosa, banale ma spesso dimenticata: il consumatore non è uno sprovveduto. Ragiona, riflette, è sempre più informato. A fronte di una minoranza di aziende che tentano la strada del marketing aggressivo e privo di regole, molte altre si impegnano nel fare informazione. Le strutture regolatorie interne alle aziende, prima, il Ministero della Salute e l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), poi, creano un filtro non più facilmente aggirabile con il comparaggio stile prima repubblica.

È opportuno quindi fare riepilogo: NO alle comunicazioni illegali e irrispettose delle norme vigenti, NO al comparaggio, NO alla disinformazione nel mondo della terapia. Sì alla corretta comunicazione del mondo OTC. Se i farmaci di classe A e B non possono comunicare che al consumatore per evitare (giustamente) una logica concorrenziale che si allontani dal prius della categoria merceologica, ovvero la cura del paziente, al di sopra delle logiche di mercato, è auspicabile invece che i prodotti OTC possano parlare anche al grande pubblico.

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