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cultura dell'immagine e della parola

Meg
Simbiosi

Canzone: Simbiosi
Artista: Meg
Regista: Riccardo Struchil
Disco: Meg
Anno: 2004
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Da diversi anni, per recensire le cantanti che hanno provato ad unire le proprie doti vocali a sonorità elettroniche non si può non fare i conti con chi ha perfezionato questo connubio diventandone l’icona, ovvero il folletto islandese Bjork.
Una volta superato questo imbarazzo, dovuto ad un paragone troppo elevato per chiunque, si può iniziare a valutare un’artista con più clemenza.

Questa premessa serve anche per poter analizzare più serenamente il video del primo singolo di Meg, che da qualche anno ha deciso di fare da sola o quasi.
Il riferimento a Bjork è, per fortuna o purtroppo, dovuto: anche a livello visivo molte soluzioni richiamano una certa iconografia “bjorkiana”, più precisamente quella che le ha costruito attorno Michel Gondry, il genio del surreale audiovisivo.

In particolare il riferimento al metavideo e i diversi livelli di realtà richiamano, anche se non direttamente, una certa visione “gondryana” del mondo, ma sia Meg che Struchil riescono ad uscirne con una visione più ironica e a suo modo originale.

Meg vive le riprese del suo video sospesa tra due realtà che si alternano, vediamo anche noi come, ai suoi occhi, la troupe e altri personaggi sul set si trasformano magicamente: l’addetto alla sicurezza diventa un gorilla, il macchinista un sollevatore di pesi, il regista sulla gru un divo anni 70, i due attrezzisti una comica coppia di clown e così via.

Il brano, grazie alle melodie, infonde un senso di leggerezza che viene rimarcato anche dalla scelta di girare in un parco all’aperto e in pieno giorno, quasi come fosse un musical (altro riferimento che richiama alla coppia Bjork/Gondry) facendo respirare ulteriormente un brano: non fermarsi alla realtà apparente, ma di lasciarsi andare e vedere cosa c’è oltre i confini del reale…

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