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Ricordi e delusioni

Ricordi e delusioni

Ken allo zucchero di Francesca Bertazzoni *****

Era come un vero e proprio rito, ritrovarsi in tantissimi a vedere l’anteprima di Ken il guerriero. E l’attesa era quella di rivedere, come gonfiato dalla magnificenza del cinema, la storia del legittimo successore della Divina Scuola di Hokuto come mai vista prima. Solo una questione di dimensioni, in fondo, dato che tutti conoscono le sue vicende, i drammi e il melò giapponesissimo della sua vita.

Invece, Ken il guerriero al cinema è molto più piccolo, stretto e strozzato che in televisione. Sebbene i disegni mantengano “la matita a vista” del fumetto e della serie tv, la capacità delle puntate televisive di dilungarsi in una serialità definita, viene sacrificata nei 96 minuti di cinema. Con il risultato di creare un lavoro dall’effetto tagliato: saltata la prima parte, fondamentale, del rapimento di Julia e del successivo scontro con Shin; tagliata, anzi ridotta all’osso, l’estenuante ricerca di Toki e il magnificente gesto sacrificale di Shu.
E scarnificato letteralmente dalla sua potenza Raul, qui mostrato come un grande e grosso cavaliere con mire di conquista, ma dal cuore grande. Addirittura, in grado di innamorarsi.

Per molto versi è un’operazione commerciale nel senso negativo del termine: alcune delle particolarità più caratteristiche della serie sono state asciugate o eliminate, come l’interruzione dell’azione nel momento della spiegazione dei colpi; o, probabilmente per renderlo fruibile a un pubblico di giovanissimi, l’indugiare sulle esplosioni dei corpi si è ridotto a un generico rossore dello schermo che (vergognandosi forse?) uniforma i contorni dei corpi quasi cancellandoli.

Un rito che gioca al massacro dell’oggetto sacro. Ma il titolo originale forse può spiegare qualcosa e lasciarci sperare: Fist of the North Star – Legends of the true savior. Chapter of death for love : forse l’intenzione è quella di ri-impastare un po’ tutta la storia di Ken, farne qualcosa di diverso utilizzando punti di vista differenti. Qui un Raul tenerone. E il prossimo film? Proviamo ad essere ottimisti.

Il Tough Boy è tornato! di Enrico Bocedi *******

Chi durante gli anni ’80 passava i propri giorni d’infanzia vedeva la vita filtrata attraverso le vicende di Heidi, viveva le avventure a suon di manate dell’Uomo Tigre, combatteva a fianco di Re Artù, immaginava viaggi interspaziali con Galaxy Express e lotte galattiche con Mazinga e Voltron.
C’era poi un momento di evasione coi Puffi, così come spesso di evasioni (ma di altro tipo) si trattava in Lupin III. Ma tutto questo, per chi negli anni ’80 era davvero hardcore, svaniva alle ore 19.30, quando una lontana e sorda esplosione sulle frequenze di una tv locale dava inizio alla mezz’ora di culto giornaliero:”Siamo alla fine del ventesimo secolo…”.

La potenza visiva e narrativa della serie animata di Ken il guerriero, capace di concentrare tutta la gamma dei sentimenti umani in un’unica grande epopea eroica e familiare, è stata per molti anni fonte di sogni e fantasie per milioni di piccoli fans. Incredibile la rivalità tra chi guardava la serie alle19.30 e chi la guardava, in replica, il pomeriggio alle 14.30: questi ultimi erano considerati dei reietti, sotto ai quali c’erano solamente i Paria che non sapevano nemmeno chi fosse Ken Shiro.

Oggi, pochi anni dopo la fine del ventesimo secolo, in occasione del venticinquesimo anniversario della saga, esce nelle sale il primo di cinque macro episodi in grado di celebrare la storia dell’eroe della Divina Scuola di Hokuto: la tensione è alle stelle, la paura di vedere profanato uno dei capisaldi più intoccabili della propria formazione umana è tantissima, pari soltanto alla voglia di vedere sul grande schermo, emozione mai provata, le gesta aggraziate della scuola di Nanto contrapposte ai potenti colpi dell’Hokuto Shinken.

L’arena estiva dei giardini di Palestro, a Milano, è gremita di persone di ogni genere: i bambini di ieri, oggi insospettabili professionisti dall’aria rispettabile, con già in petto un esplosivo ATATATATATATATA UATAAAA!! che da anni aspettava di essere liberato. La presentazione ufficiale del film con intervista ai doppiatori va veloce, le luci si spengono quando ancora il cielo estivo di Milano è tinto di un rosa che induce a sognare, e all’improvviso tutto comincia.

Un applauso spontaneo, che si ripeterà più volte durante la proiezione insieme a urla di approvazione ad accompagnare le gesta dei protagonisti, rende finalmente concreto quello che finora era stato solo fortemente atteso: Ken il Guerriero è tornato, per tutti noi, per farci sognare ancora nella sua lotta al servizio dell’umanità.

Il tratto grafico è migliorato e reso più nitido, ma questa leggera distanziazione non tradisce l’originale; le voci non sono più quelle dei doppiatori originali, ma anche a questo si può sopperire, soprattutto per merito della bravura dimostrata dal nuovo cast. Anche per quanto riguarda la colonna sonora l’utilizzo di un graffiante rock anni ’80 in perfetto stile giapponese riporta alle atmosfere della serie tv

<br /><i></i><br />‘><br /><i></i><br /></TD></TR></TABLE>(a questo proposito si sfiorano le lacrime quando parte “You are shock” sulle immagini di un Ken zoppicante ma prossimo a una delle sue memorabili distruzioni di vestiti e nemici).</p>
<p><strong>Un’esperienza di immersione totale nel felice passato, con la sola perplessità di vedere un Raul che troppo presto si svela nel suo lato più umano e magnanimo</strong>, privando i neofiti delle atroci crudeltà a cui noi veterani siamo tanto affezionati.<br />
L’assenza di personaggi chiave della storia (Rey, Mamiya, Julia, Shin) accresce solamente le aspettative per i prossimi episodi, e noi da fedeli fan non possiamo far altro che aspettare, guardando il cielo, nell’attesa di un segno dalla benevolente costellazione dell’Orsa Maggiore.</p>
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					<em>A cura di Francesca Bertazzoni</em><br />
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