hideout

cultura dell'immagine e della parola

Music
placement

Titoli Videoclip: Clumsy (Fergie, album The Dutchess), Portami via (Le Vibrazioni, album Officine Meccaniche), Trembled Blossoms (Prada)
Regista: Rich Lee, Marc Webb (Clumsy); Cosimo Alemà (Portami via); James Lima (Trembled Blossoms)
Casa di produzione: Hi! Production (Trembled Blossoms)
Concept Artist: Jeams Jean (Trembled Blossoms)
Direttore creativo: Melissa Davies, Alan Barnett (Trembled Blossoms)
Musica: Cocorosie e Frederic Sanchez (Trembled Blossoms)

Product placement. Il discorso sulla nuova forma di promozione al cinema, che recentemente è stata legalizzata anche nel nostro Paese, è già stato affrontato (Da pubblicità occulta a Product Placement). Tuttavia, adesso, si prospetta un’evoluzione tanto interessante quanto inattesa. Oltre agli ormai scontati remake di film amarcord, su misura di brand (si leggano le ultime due uscite italiane: L’allenatore nel pallone 2 (2007) e Grande, grosso e… Verdone (2008), l’inserimento del prodotto sullo schermo ha cominciato ad espandersi anche in altri campi, come quello del videoclip.

Questa è davvero una novità. Il primo sentore è arrivato nel 2007 dall’estero, grazie all’apripista Fergie dei Black Eyed Peas, di cui la stampa aveva diffuso l’accordo con il marchio d’abbigliamento Candy’s per 4 milioni di euro, subito smentito dalla stessa cantante. Si vede che non era abbastanza, dal momento che, nel nuovo video Clumsy, la stessa artista propone, nell’ordine: una passerella Disquared2 , un phard Mac, lucidalabbra Mac e un cellulare Motorola.

E ben presto gli esempi d’oltreoceano sono stati emulati: ecco che, anche nel recente video Portami via de Le Vibrazioni, spadroneggia nel campo visivo un bel pacchetto di Vigorsol Air Action. Poche inquadrature e il gioco è fatto.

La tecnica del product placement, sembra dunque aver contagiato anche quest’ultimo linguaggio. Del resto, il videoclip in sé, se lo si analizza da un punto di vista comunicativo, altro non è che uno spot della band che si esibisce. Il prodotto in vendita è il gruppo stesso, che si offre attraverso una canzone e la promessa di un più nutrito album.

Ma, come si sa, finanziare la propria carriera musicale non è sempre facile e, proprio per questo, l’intervento di “solide realtà aziendali” può rappresentare una succulenta occasione. Ed ecco che il video diventa uno spot nello spot, nella ridondanza della logica pubblicitaria.

Tuttavia, l’evoluzione dei linguaggi e delle tecniche porta anche verso strade nuove e inesplorate. È il caso di Prada, che recentemente ha lanciato un nuovo videoclip di cui è possibile scegliere la colonna sonora tra Cocorosie e Frederic Sanchez. L’intenzione era quella di riproporre sullo schermo i colori, i tessuti e i prodotti Prada, in un viaggio onirico, compiuto da un’algida ninfa che scopre man mano il mondo della marca, per poi riaddormentarsi nel candore del foglio che ne ha generato forme e fattezze.

[img4]Il product placement, in questo caso, si ribalta: non più arte sponsorizzata, ma brand che si fa arte. Il rapporto tra arte e pubblicità, dunque, diviene sempre più complesso: nel mondo contemporaneo, dove non si comprende più quali siano i confini, idea artistica e produzione commerciale tendono a sovrapporsi e, in alcuni casi, a collimare.

Se da una parte, dunque, la logica pubblicitaria aiuta il mondo musicale, dall’altra rappresenta un’occasione in più per arricchire il mondo di nuove forme di comunicazione. C’è solo da chiedersi se ci sarà un utile ritorno per l’azienda e quali saranno le reazioni del pubblico nei confronti del nuovo linguaggio. La prima mossa è stata compiuta, ora bisogna solo stare a guardare.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»