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Intervista a Wes Anderson

Uno dei piú giovani e affermati registi americani, alle prese con la presentazione del suo ultimo film, Il treno per il Darjeeling.

Com’è nata l’idea di Il treno per il Darjeeling?

Ho deciso che mi sarebbe piaciuto fare un film in India, ho deciso che mi sarebbe piaciuto fare un film su un treno e ho pensato che mi sarebbe piaciuto fare un film su tre fratelli. Allora, ho chiesto ai miei amici Jason Schwartzman e Roman Coppola di unirsi a me nello scrivere il film e così siamo andati in India tutti assieme.

L’India infatti è il centro dell’intera narrazione…

Decisamente non è un posto come gli altri. E’ un luogo dove tanti aspetti della vita quotidiana sono così radicalmente diversi dai nostri e questo ha influenzato notevolmente la sceneggiatura. Anche se il 90% della storia parla di Francis, Peter e Jack che trattano, discutono e provano a capirsi l’uno con l’altro, noi sentivamo che fosse molto importante che queste conversazioni si svolgessero sui tragitti ferroviari che li facevano veramente viaggiare attraverso questa nazione antica. Io poi sono abituato al fatto che le scenografie dei miei film provengano dalla mia immaginazione o da differenti influenze combinate con la mia immaginazione, ma in India è stato diverso. Ci sono così tante cose in ogni direzione che ti sorprendono. C’è sempre qualcosa di buffo o di strano e noi volevamo catturare tutto, quindi la sfida è stata di inserire più materiale possibile nel film che avevamo scritto.


Da dove ha tratto l’idea del personaggio di Owen Wilson?

Ho visto un tizio alla Basilica di San Pietro in giacca da motociclista e con il volto coperto di bende. Aveva dei cuscinetti di gommapiuma ai lati della testa, gli occhi erano completamente neri e camminava in una sorta di stupore timoroso, con le lacrime che scendevano dai suoi occhi. Avevo decisamente la sensazione che questa persona avesse vissuto qualcosa di terribile e non riuscivo a smettere di guardarlo. Questa è stata l’ispirazione per il personaggio di Owen nel film.

Tutti hanno poi notato lo stupendo design in generale e delle valigie in particolare…[img4]

Abbiamo ingaggiato il designer Marc Jacobs per produrre un set di valigie speciale e inedito appositamente per l’occasione. Lui e la sua squadra hanno realizzato le migliori valigie possibili e lo posso dire senza paura di esagerare, perché ho visto come le facevano, inserendo centinaia di spilli e lavorando con grande attenzione e in maniera accuratissima. Sono state costruite così bene che siamo stati in grado di trascinarle nel deserto, farle cadere nel fiume, gettarle sui treni e farle sbattere in maniera autentica, senza che questo le rovinasse. Noi avevamo solo quel set, quindi se fossero state danneggiate sarebbe stato un problema notevole.

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