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Omicidi in serie

Omicidi in serie

Alex de la Iglesia, autore del piccolo cult iperkitch Azione mutante (Acción mutante, 1993), era parso un giovane regista di talento su cui puntare per un brillante futuro. Una laurea in filosofia, forti influenze del cinema di Almodovar e una capacità di creare un proprio stile personale non sono certo caratteristiche comuni per un’esordiente. Poi sono arrivati film come Il giorno della bestia (El día de la bestia, 1995), La comunidad (id., 2000), Crimen perfecto (Crimen ferpecto, 2004) e la sensazione era quella di aver giocato su di un cavallo vincente.

Con Oxford Murders, de la Iglesia prova il grande salto, con un film di medio budget prodotto in lingua inglese e girato con attori di spicco come Elijah Wood e John Hurt, ispirandosi a un thriller best seller di Guillermo Martinez.

Cervellotico gioco di scatole cinesi, la cui chiave risiede in una serie matematica lasciata come traccia dal misterioso omicida, Oxford Murders non tradisce le aspettative che un film di genere fornisce a un pubblico medio. Intrighi, sospetti, supposizioni, vittime e carnefici in cui ogni elemento rimanda a una formula matematica più o meno incomprensibile ai più.

Quello che delude lo spettatore che invece conosce il passato di Alex de la Iglesia è proprio l’assenza della sua cifra stilistica, che appare solo nella scena del matematico folle auto-amputato dei suoi arti, quasi ad aver concesso di annacquare la sua verve, spuntando le sue armi, inchinando il capo in cambio di una produzione dal respiro internazionale.

Ne nasce un dignitoso giallo dal plot classico, in cui la logica ha il predominio sull’irrazionalità umana. Dopotutto la matematica non è un’opinione. Non sarà mai un cult, perché non possiede il fascino misterioso di Pi greco – Il teorema del delirio (Pi, 1998), il folgorante esordio di Darren Aronovski, né sarà un serio candidato agli Oscar come A Beautiful Mind (id., Ron Howard, 2001), perché non ne possiede le doti. Il risultato è esattamente quello che non ci saremmo aspettati da De la Iglesia: agile e innocuo.

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