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Elogio dell’uomo (e della donna) qualunque

Elogio dell’uomo (e della donna) qualunque

C’era una volta il buon cinema medio, la spina dorsale dell’industria cinematografica. Con cinema medio si intende una serie di film carini che avevano il compito di portare la gente al cinema. Nessun messaggio nascosto, solo intrattenimento ben fatto.
Il buon cinema medio ha di fatto sorretto l’industria con la I maiuscola. Quella fabbrica di sogni che grazie agli introiti del buon cinema medio poteva permettersi di finanziare film di ben altro respiro.
Da alcuni anni, soprattutto in Italia, ma anche in America, di buone commedie senza pretese se ne girano sempre meno e il cinema medio sta diventando una rarità. Sempre più film vengono ideati con alti intenti artistici, spesso non centrando l’obiettivo, oppure sono prodotti meramente di cassetta, come i cinepanettoni di turno.

Amore, bugie e calcetto, nella sua leggerezza e nonostante qualche scivolone di troppo, è invece un buon esempio di cinema medio. Storie comuni di gente comune che in maniera divertente e divertita vengono presentati al pubblico attraverso ottimi dialoghi e situazioni dove potersi immedesimare.
In questo caso si tratta di un film con più protagonisti, ognuno ben rappresentativo di una categoria: l’uomo in crisi di mezza età, la coppia con figli piccoli, i laureandi alle prese con una gravidanza non desiderata, i tentativi di barcamenarsi nel mondo del lavoro che cambia, giovani single e divorziati soli. Il tutto accomunato dal calcetto.
La scelta dello sport più popolare d’Italia (è in assoluto il più giocato) è già un manifesto della volontà dello sceneggiatore Fabio Bonifacci di voler parlare all’uomo (e alla donna) comune. Ognuno si può identificare e alcune di quelle storie sono in qualche modo lo specchio delle vite o dei desideri di tutti. In questo senso la storia di Lele e Silvia (Fabio Nigro e Claudia Pandolfi) è assolutamente esemplare: alzi la mano quale donna non vorrebbe un marito come Lele e quale giovane marito non abbia avuto almeno una volta le sue stesse paure.

Non si può dire che il film sia perfetto: qualche banalità di troppo per garantirsi la promozione a pieni voti, ma il risultato è positivo. Merito anche di dialoghi ben scritti e di un ottimo lavoro di casting. Il regista Luca Lucini esagera nel sottolineare alcune situazioni di crisi, soprattutto attraverso inquadrature tremolanti durante i litigi, ma nell’insieme accompagna bene gli sviluppi dei personaggi, fino alla riunione finale in musica.
In Amore, bugie e calcetto, gli uomini sognano di battersi contro gli “old boys” allenati da Maifredi, le donne sperano di riuscire a conciliare lavoro e famiglia. Lo spettatore si riconosce e porta a casa risate, commozione e una consolante sensazione di positività: se non è buon cinema medio questo!

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