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L’Italia e la caverna

L’Italia e la caverna

È ritornato, dopo aver attraversato le acque perigliose della Storia con N (io e Napoleone), ecco di nuovo l’autentico Virzì che guarda all’Italia contemporanea, nello specifico quella di cui si parla tanto ma ci si occupa poco: l’Italia del precariato, quello lavorativo e quello sentimentale, un paese abbagliato da falsi miti e desideri impossibili, terra di disorientamento per le giovani generazioni e forse ancor più per le vecchie. Commedia all’italiana, molte volte definizione invocata a sproposito, qui sembra acquisire un senso nuovo, che deriva dalla contaminazione tra lo sguardo attento della macchina da presa alle persone/personaggi della vicenda (sperduti in una città che assomiglia più che altro ad una landa desolata) e l’incursione nel surreale, nell’immaginato, con molteplici riferimenti cinematografici, letterari, filosofici, con i quali si cerca di ricomporre e dare senso a un mondo che sembra non averne più.

Tutta la vita davanti è una commedia tragica, corale, popolata di figure più vere del vero sullo sfondo di una catastrofe sociale: decadenza, finta ricchezza, utopia, tristi dark lady e sindacalisti da rottamazione, interpretati magnificamente da un cast che cade bene come il vestito di un sarto, su tutti la coatta Micaela Ramazzotti, incantevole e mostruosa creatura di una società ignorante e perduta. E intanto, come meteore vaganti che appaiono a tratti, brandelli di civiltà e richiami a Platone e Heidegger, messi lì da un regista che non ha paura di mescolare gli stili e i generi.

Tratta dal libro di Micaela Murgia Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria (ISBN edizioni, 2006), la sceneggiatura utilizza il tema del precariato di una giovane neolaureata (la quasi esordiente Isabella Ragonese) per toccarne molti altri, fino a comporre un quadro divertente e disperato in cui ogni spettatore riconoscerà se stesso. Alla fine, grazie anche all’italianissima dote del sapersi arrangiare, la protagonista raccatta tutte le esperienze accumulate, dal call center al babysitteraggio, e le legge alla luce del mito della caverna passando attraverso il reality show: scrive un saggio e (forse) ce la fa a uscire dalla palude.

Curiosità
Dopo aver visto il film, l’autrice del libro ha detto che, paradossalmente, le parti che rappresentavano situazioni ed episodi da lei realmente vissuti nel call center sembravano e venivano percepite in effetti dal pubblico come le più surreali.

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