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Il destino in un giorno

Il destino in un giorno

Il giorno 9 dicembre 1981 ha segnato la vita del giornalista e attivista Mumia Abu-Jamal. Accusato dell’omicidio di Daniel Faulkner, un poliziotto di Philadelphia, da allora l’uomo è rinchiuso nel braccio della morte del carcere di Huntingdon. Lo stesso giorno è nato William Francome. William è cresciuto in una famiglia dai forti principi liberali e la sua consapevolezza politica ha risentito fortemente della coincidenza che il destino ha riservato al suo natale. Ogni giorno vissuto da William è un giorno in più che Mumia Abu Jamal ha trascorso in una cella di poco più di sei metri quadrati. Mumia non ha mai negato il suo passato di attivista radicale, con la precisa missione di sostenere la tutela dei diritti degli afroamericani e, sebbene negli anni Settanta le contestazioni furono anche dense di violenta, ha sempre sostenuto con forza la propria innocenza rispetto alle accuse che gli sono state rivolte. La forza delle sue contestazioni e delle sue denunce, secondo molti dei suoi sostenitori, sono il vero motivo per cui Mumia è stato scelto come capro espiatorio.

William Francome, insieme al regista Marc Evans, sceglie di percorrere un viaggio autobiografico nella storia dei venticinque anni trascorsi da Mumia Abu Jamal in carcere, trasformando il ritratto di un singolo caso in un viaggio nel cuore oscuro del sistema giudiziario americano. Il controverso caso di Mumia diventa così simbolo del movimento di lotta contro la pena di morte. L’incontro con personaggi come Noam Chomsky, Angela Davis, Alice Walker, Steve Earle, Mos Def e Snoop Dogg mettono in luce le contraddizioni e il contesto di una nazione, gli Stati Uniti, che si fregia del titolo di difensore della libertà e della democrazia, ma che spesso priva i suoi stessi figli dei più elementari diritti umani. Il documentario di Evans lascia però molte domande necessariamente irrisolte. Mumia infatti è tuttora in appello presso una corte federale, proclamando la sua innocenza. La sua sfida è sostenuta da un esercito di attivisti che hanno trasformato Mumia nell’icona della lotta per l’abolizione della pena di morte.

Ma chi è realmente Mumia Abu-Jamal? Nato nel 1954, il suo vero nome è Wesley Cook. Professionalmente nato come giornalista radiofonico, Mumia è diventato presidente della Philadelphia Association of Black Journalists. Durante la sua reclusione ha pubblicato cinque libri (Live from Death Row, All Things Censored, Death Blossom, Faith of our Fathers, We Want Freedom) e tenuto molti dibattiti radiofonici trasmessi da oltre cento stazioni radio in tutto il mondo. Il film è stato realizzato con il patrocinio di Amnesty International ed è stato presentato nella sezione Extra della Festa del Cinema di Roma.

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