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Everlasting love

Everlasting love

Molti potrebbero sorprendersi nel vedere una regista appena trentenne parlare così direttamente dell’amore senile, ma l’impressione è che Fiona e Grant, sebbene sposati da oltre quarant’anni, affrontino le stesse problematiche di una coppia giovane, prima fra tutte l’erotismo e la fedeltà sessuale.
L’attrazione fisica fra marito e moglie è ancora viva e risalta l’abbagliante bellezza di Julie Christie e il fascino di Gordon Pinsent, splendidi corpi nella vecchiaia, innamorati l’uno dell’altra e innamorati della loro storia d’amore con un idealismo quasi adolescenziale.

In un corpo e in un amore ancora giovani, la senilità è soprattutto mentale e si lega ai due poli opposti dell’oblio e della memoria. Non casualmente è proprio in questo ambito che l’amore di Fiona e Grant vacilla, non dove entra in gioco la loro corporeità – i due fanno l’amore perfino in clinica, luogo per eccellenza della malattia e del declino – ma dove la mente rivela i primi segni di cedimento. Qui la giovane Polley pone il vero problema di fronte a Fiona e Grant: passato l’entusiasmo giovanile il corpo trova ancora appagamento ma la stabilità trae forza dal ricordo dei momenti trascorsi insieme, dalle scelte abbracciate in due – come quella di vivere in una casa ai confini del mondo – dal rammentarsi continuamente l’un l’altro di quanto è stata perfetta la loro storia d’amore, lasciando nel silenzio ciò che può incrinare la convinzione di vivere il più grande sentimento della vita, mai scalfito dallo scorrere del tempo.

Molto partecipe nella direzione degli attori, curata nel minimo dettaglio, l’occhio osservatore di Sarah Polley si allontana talvolta dai personaggi per diventare clinico, distaccato, riprendendo i suoi uomini dall’alto – come fa il narratore onnisciente, come farebbe Dio – mentre si allontanano e si riavvicinano. Perché anche l’amore senile è in realtà labile e sfuggente. Fiona e Grant si sono immersi nel gelo della neve, in un paesaggio antico e bello proprio come loro, per mantenere intatto il loro amore, per disegnare sulla neve le linee parallele e nette della loro vita. Ma le orme sulla neve sono facili a cancellarsi così come le strade parallele possono scomparire, intrecciarsi e ritrovarsi di nuovo.

Curiosità
Julie Christie ha vinto il Golden Globe 2008 per migliore attrice protagonista ed è candidata all’Oscar nella stessa categoria. Il film si è guadagnato la nomination anche per la sceneggiatura non originale.
Sarah Polley, qui al suo esordio alla regia, è la protagonista femminile in La mia vita senza me (My Life Without Me, 2003) e La vita segreta delle parole (The Secret Life of Words, 2005) di Isabel Coixet.

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