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cultura dell'immagine e della parola

Sotto quel cielo
Berlino, 14 febbraio

Il regista Luigi FalorniIl festival comincia presto anche stamattina, oggi in concorso titoli interessanti e impegnati.
Si parte con Feuerherz–Heart of fire di Luigi Falorni, talentuoso regista toscano, emigrato ormai da quasi 10 anni proprio a Berlino. Documentarista attento, Falorni, ricevette, quasi a sorpresa, una nomination all’Oscar per La storia del cammello che piange (2007), conquistandosi molta notorietà e affermando ancora di più il suo spiccato senso filmico e di ricerca. La pellicola, ispirata dal libro Cuore di fuoco della scrittrice eritrea Senait Mehari, tocca il tema delicato dei bambini soldato e in particolare si concentra su una bambina, protagonista della storia, durante il difficile periodo della guerra tra Eritrea ed Etiopia.

Una pellicola attesa e molto criticata: prima della proiezione stampa (e durante), ci sono state diverse contestazioni da parte di giornalisti eritrei, che hanno accusato il film (e nuovamente il libro) di non aver raccontato la verità, ma anzi di averla distorta. Secondo la loro versione non ci sarebbero mai stati bambini soldato sotto i 18 anni.
Picchetti prima della proiezione e volantinaggio anti pellicola sono stati il contorno di una decisamente tesa.

Come al solito neanche il tempo di mangiare un panino che è già pomeriggio, tempo dell’ennesimo film in concorso: I’ve loved you so long, del regista francese Philippe Claudel.
Una storia complessa che vede protagonista l’inglese Kristin Scott Thomas, residente in Francia da quando aveva 19 anni. L’attrice recita in un perfetto francese il ruolo di Juliette, una quarantenne che, dopo quindici anni di detenzione per l’omicidio del figlio malato, ritorna dalla sorella.

In serata trovo il tempo di recuperare anche Restless, terza pellicola in concorso, del regista Amos Kollek. Una storia che mette a confronto due diverse generazioni di israeliani: da una parte un padre, emigrato negli Stati Uniti, che si guadagna da vivere facendo il poeta; dall’altra il figlio che in Libano ha scelto di diventare un cecchino.

Dopo una doccia calda, è ora di avviarsi all’incontro con Kristin Scott Thomas, in un grande albergo di fronte alla Porta di Brandeburgo.

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