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Intervista ai sottotitolatori di Lost

Sono più di centomila le persone che in Italia ogni venerdi, poche ore dopo la messa in onda americana della puntata di Lost, già si preparano a vederla sul monitor del proprio pc. Considerando che qualche mese dopo su Fox le stesse puntate non arrivano al mezzo milione di spettatori (dato considerato un grande successo), non si tratta certamente di una piccola cifra. La guardano in inglese ovviamente, ma con accuratissimi sottotitoli in italiano che ne permettono la visione anche a chi non conosce alla perfezione la lingua. Chi come me da tempo usufruisce di questi sottotitoli, si sarà sicuramente chiesto almeno una volta come possano essere disponibili già pochissime ore (si parla di 6-7) dopo la messa in onda.

Chi sta dietro a questo fenomeno del web? Abbiamo deciso di capirlo andando a scoprire il misterioso mondo dei sottotitolatori grazie a PilØ, Robbie e Linus. A molti questi nomi non diranno nulla, ma chi segue Lost attraverso la rete sa che si tratta di tre componenti del gruppo di sottotitolatori di Italian Subs Addicted, il principale sito italiano in materia. Sono tre studenti universitari, e questo per loro è un hobby, ma chiamarlo in questo modo appare perlomeno riduttivo.

Come avviene il lavoro di sottotitolatura per Lost?

PilØ: Abbiamo un team formato da sette persone, sei traduttori e un revisore. Ci svegliamo alle cinque del mattino e in dieci minuti, con una buona adsl, abbiamo scaricato la puntata. A ognuno vengono assegnati sette minuti da tradurre: teoricamente ci si basa su dei transcript, ovvero trascrizioni dei dialoghi copiate dai teletext americani o canadesi che ci vengono forniti dai nostri colleghi brasiliani. Capita però che ci siano dei problemi e che quindi si traduca direttamente dall’audio. Mentre lavoriamo siamo collegati su Skype per mantenere una certa uniformità nelle traduzioni, cosa che è garantita anche dalla revisione finale. In una settimana personalmente traduco cinque serie, anche se solo per Lost manteniamo tempi così serrati.

Siete ben organizzati quindi…

Robbie: Si, siamo metodici e molto organizzati nel nostro hobby. Nel sito si contano tra 180 e 200 traduttori attivi e ci teniamo che tutte le serie iniziate siano portate a termine. Vogliamo comunque precisare che il sito non è a scopo di lucro ed è privo di qualsiasi pubblicità. Lo si fa solo per passione, per i telefilm e per la lingua, anche se sicuramente molti traduttori vorrebbero poi farlo per lavoro.

Quali sono le altre serie più seguite sul vostro sito dopo Lost?

Robbie: I sottotitoli di Lost sono scaricati da circa 25.000 persone, poi vengono Heroes con 11.000, Prison Break e Dr. House con 6.000.
PilØ: Ci sono poi molte serie che secondo noi “addetti ai lavori” meriterebbero maggior successo, anche se gli utenti non sembrano apprezzarle moltissimo, come Kyle XY e Jericho. Tra le ultime uscite, invece segnalerei Pushing Daisies e Big Bang Theory.


Tornando a Lost, cosa ne pensate del doppiaggio italiano della serie?

Robbie: Non rende minimamente giustizia al lavoro originale. I doppiatori italiani fanno anche un buon lavoro se comparato a quello di colleghi stranieri, ma l’idea stessa di doppiaggio significa snaturare un’opera audiovisiva.
Linus: In Lost ci sono personaggi coreani, iracheni, americani, inglesi, scozzesi e australiani. Gli accenti sono parte integrante della narrazione, e col doppiaggio si perdono. In più alcuni personaggi, Mr. Eko e Ben su tutti, vengono completamente privati del loro carisma.

Legalmente, avete mai avuto problemi a pubblicare i testi delle serie?

Robbie: No, perche le nostre traduzioni sono libere interpretazioni dei dialoghi della serie. La legge italiana è molto vaga a riguardo, non si è mai posta il problema seriamente.
PilØ: In più noi in realtà contribuiamo a fare pubblicità alla serie. Molte persone finiscono per guardare Lost in italiano proprio perchè glielo ha consigliato un amico che l’ha visto con i nostri sottotitoli.
Linus: Ed è comunque diverso pubblicare i sottotitoli dall’intero video dell’episodio, cosa che noi non facciamo. In quel caso invece si è fuorilegge, e ad esempio due anni fa a Milano ci fu una retata nei confronti di un gruppo di ragazzi che pubblicava serie tv registrate da Sky.

[img4]Un’ultima domanda: come è possibile diventare sottotitolatori?

Robbie: In media 35-40 persone al mese ci chiedono di poter partecipare. C’è un test, che prevede la sottotitolazione di una serie tv mai andata in onda e mai tradotta in Italia. Valutiamo conoscenza della lingua, potenzialità, capacità di adattare e conoscenza dell’italiano. Solo una persona su cinque passa il test, e di queste il 99% vorrebbe occuparsi di Lost. Insomma noi tre possiamo davvero ritenerci fortunati.

E possiamo ritenerci fortunati anche noi, che grazie al loro lavoro possiamo goderci decine di serie tv mesi prima di vederle passare, doppiate, sugli schermi delle televisioni nazionali.

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